“La speculazione energetica – commenta il Gruppo di intervento giuridico – purtroppo da anni ha aggredito la Tuscia: siamo di fronte a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni, complessivamente oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi. Analogamente sono ormai numerosi i progetti di centrali eoliche presentati o già in esecuzione. Terreni talvolta affittati, altre volte espropriati per due soldi. Centinaia e centinaia di ettari di terreni agricoli e boscati stravolti dalla speculazione energetica, senza che vi sia alcuna assicurazione sulla chiusura di almeno una centrale elettrica alimentata da fonti fossili. La realizzazione di questi progetti energetici snaturerebbe radicalmente alcuni dei più pregiati paesaggi agrari della Tuscia con pesanti impatti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali locali. Stupisce, infatti, l’assenza di alcuna seria e adeguata analisi preventiva sugli impatti negativi anche sul piano economico-sociale di decine di migliaia di ettari di paesaggio storico della Tuscia sulle attività turistiche”.
La Provincia di Viterbo detiene il non invidiabile primato per il consumo del suolo per abitante (rapporto ISPRA sul consumo del suolo 2019), 1,91 metri quadri per residente rispetto alla media regionale di 0,47 e nazionale di 0,80. Consumo del suolo che va in direzione opposta agli obiettivi tanto decantati della transizione ecologica. Legalità ed effettiva salvaguardia ambientale sono l’unica efficace garanzia anche per il turismo e il futuro del tessuto economico-sociale locale.
“Ormai – conclude il GrIG – sembrano finalmente averlo compreso tutte le amministrazioni pubbliche competenti in materia di energie rinnovabili che richiedono formalmente lo svolgimento delle necessarie procedure di valutazione degli effettivi impatti – anche cumulativi – sull’ambiente e sul contesto economico-sociale locale. Era ora”.