Presso l’unità operativa di Neurochirurgia di Belcolle, diretta da Riccardo Antonio Ricciuti, nei giorni scorsi è stato impiantato un sistema innovativo di elettrocateteri direzionali per la stimolazione cerebrale profonda a un malato di Parkinson proveniente da fuori provincia. La struttura viterbese è tra i primi centri in Italia e la prima nel Lazio a introdurre tale tecnologia nella pratica clinica.
Il sistema di elettrocateteri direzionali, utilizzato presso la Asl di Viterbo per la gestione della malattia di Parkinson, è destinato ad essere utilizzato per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS).
“La stimolazione direzionale – commenta Riccardo Antonio Ricciuti -, che consente di personalizzare la terapia e fornire dati individuali e specifici del paziente, grazie alla funzione di rilevamento dei segnali cerebrali, è la caratteristica innovativa che contraddistingue questo nuovo elettrocatetere direzionale che può essere, inoltre, utilizzato insieme a un nuovo neurostimolatore, anch’esso innovativo, introdotto sul mercato lo scorso anno. Il neurostimolatore è un dispositivo di piccole dimensioni, simile a un pacemaker, che invia all’area del cervello, correlata con i sintomi del Parkinson, dei segnali elettrici attraverso fili estremamente sottili, gli elettrocateteri appunto. Tale sistema migliora il rilevamento dei segnali elettrici che si generano nel cervello, i quali possono essere correlati ai sintomi del Parkinson, i Local Field Potential (LFP, potenziali di campo locali), offrendo quindi una stimolazione direzionale, tagliata sulle caratteristiche della malattia presentata dal paziente, oltre a disporre di funzionalità di programmazione aggiuntive per personalizzare la terapia dei pazienti stessi”.
La stimolazione cerebrale profonda è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non possono essere controllati in maniera adeguata tramite terapia farmacologica. Inoltre, questo sistema sarà prezioso nell’immediato futuro anche per i pazienti che presentano particolari forme di epilessia.
“Il dispositivo sviluppato – conclude Ricciuti – vanta quindi due innovazioni importanti: la capacità di direzionare gli impulsi elettrici con molta precisione e la capacità di modulare la stimolazione sulla base del bisogno, grazie al monitoraggio dell’attività cerebrale”.