Ci ha messo un po’, ma alla fine c’è arrivato anche Giulio Marini. Viterbo diventa la pattumiera del Lazio: sono infatti in arrivo altre centinaia e centinaia di tonnellate di rifiuti al giorno provenienti da Roma e l’ex sindaco, per mesi sordo agli allarmi lanciati da Luisa Ciambella, propone di convocare un Consiglio comunale in cui chiamare a spiegare quello che sta accadendo il presidente Zingaretti e l’assessore Valeriani.
Peccato che ormai è troppo tardi. Bisognava pensarci prima. Il dirottamento dei rifiuti di Roma a Viterbo è stato infatti sancito per legge regionale nel momento in cui, in estate, è stato approvato alla Pisana l’emendamento presentato da Panunzi che prevede che “in caso di carenza impiantistica, in attesa dell’autosufficienza di Ato, l’Ato deficitario può utilizzare impianti presenti in altri Ato, fermo restando il principio di prossimità e per un periodo massimo di trentasei mesi”. Questo significa che dopo la chiusura della discarica di Civitavecchia, tutta la spazzatura dell’intera regione dovrà essere dirottata a Viterbo. Oltretutto, per questa servitù Viterbo sì prenderà un risarcimento, ma solo dal primo gennaio. Per rifiuti arrivati quest’anno non sono previsti indennizzi, come recita sempre l’emendamento Panunzi.
Fatto sta che ora i buoi sono usciti dalla stalla e poche sono le speranze che possa sortire frutti l’azione di Giulio Marini.