Nello scaricabarile sulle responsabilità dell’emergenza rifiuti a Roma, che purtroppo graverà sui viterbesi, tentano tutti di prendersi la ragione. E invece no. Secondo Carlo Calenda, candidato a sindaco di Roma, le colpe sono comuni e riguardano sia il Campidoglio, sia la Regione: “La Regione Lazio – dice – è responsabile di un piano sui rifiuti che è stato approvato tardissimo e che non prevede gli impianti che servono a gestirli e dunque è parte del problema tanto quanto lo è la Raggi, che aveva promesso il 70% di differenziata e sta ferma al 45%. E questo perché non c’è un’idea organica su come gestire i rifiuti, che è la prima cosa che invece noi abbiamo presentato come pezzo di programma”.
“Oggi – aggiunge Calenda – nessuno dei candidati – cioè la Raggi, Gualtieri e Michetti ha presentato ancora un programma su come gestire i rifiuti. Il tema quindi non è il commissariamento da parte della Regione, che la Regione stessa minaccia per l’ennesima volta senza poi darvi seguito. Ora deve intervenire il Governo, perché purtroppo Roma non avendo i siti dove mandare i rifiuti deve inevitabilmente mandarli in altre parti d’Italia. Ai romani questa emergenza costa 170 milioni di euro con il rischio di perdere il 20% di flussi turistici solo per la pessima nomea che ci siamo fatti sui rifiuti. Ripeto, devono intervenire Protezione civile e Governo nazionale, anche perché Regione e Comune fanno solo uno scarico di responsabilità reciproche”.