Nessun rischio concreto per la salute dell’uomo deriverebbe dall’installazione sulla Cimina di una grande antenna per il 5G su iniziativa di Iliad. La banda ultra-larga non aumenterebbe, infatti, l’esposizione dei cittadini alle onde elettromagnetiche rispetto all’attuale 4G. In compenso, l’uso di questa tecnologia comporterà vantaggi enormi dal punto di visto dei servizi offerti al singolo e alla collettività.
E’ questa la conclusione del Consiglio comunale straordinario svoltosi a Palazzo dei Priori con la partecipazione di alcuni esperti, tra cui Marco Bella, docente di chimica alla Sapienza e deputato del M5S, che ha ricordato come da un’indagine eseguita sul tema da una commissione parlamentare non siano emerse evidenze riguardo a rischi legati alla banda larga: “Nel 5G – ha detto – l’esposizione ai campi elettromagnetici è minore rispetto al 4G, perché l’irraggiamento è direzionale e non diffuso”.
Anche per Leonardo Chiatti, fisico sanitario della Asl, con il 5G ci sarebbe una minore esposizione ai campi elettromagnetici, ragione per cui “è inutile chiedere limiti ancora più restrittivi dopo 20 anni di restrizioni già più forti rispetto agli altri Paesi”.
Mauro Savini, referente infrastrutture digitali dell’Anci, ha per questo motivo invitato il sindaco ad evitare fughe: “Gli enti locali non possono impedire le installazioni, ma possono dotarsi di regolamenti a livello urbanistico”.
Unica voce fuori dal coro quella di Livio Giuliani, portavoce dell’Icemes, la commissione internazionale per la sicurezza elettromagnetica, che ha ricordato come già nel 2011 l’Airc abbia messo in evidenza i rischi che l’uso del cellulare comporterebbe per l’incidenza di alcune patologie oncologiche. Al riguardo, ha illustrato due studi compiuti sui ratti, che avrebbero dimostrato un aumento dei tumori al cuore e al cervello con l’esposizione alle alte frequenze della banda larga.
Dopo i tecnici, hanno preso la parola alcuni consiglieri comunali, posto che la seduta era stata chiesta da Chiara Frontini, che aveva raccolto le preoccupazioni di una nutrita schiera di cittadini. Per il capogruppo del Pd Luisa Ciambella, per non derogare al principio di precauzione, serve in ogni caso un regolamento sulle installazioni. Osservazione, questa, condivisa anche da Gianmaria Santucci e dal presidente del Consiglio Stefano Evangelista. Quella del regolamento sembra quindi la strada che prenderà il Comune di Viterbo.