Se il direttore del Giovanni XXIII nega ai parenti di fare visita ai propri cari ricoverati, il vescovo di Civita Castellana invita i sacerdoti a non distribuire l’ostia della Comunione sopra la lingua. Ha visto mai che qualche gocciolina di saliva ti trasmetta il virus.
Dunque: no Comunione con posa dell’ostia sulla lingua, l’acqua santa dalle acquasantiere deve sparire e neanche strette di mano in segno di pace. Ma mica finisce qui. Bandita pure la recita del Padre Nostro mano per mano. Si rischia il contagio.
Monsignor Romano Rossi ha messo tutto nero su bianco in una lettera ai parroci in specifica che si tratta di “norme prudenziali e come segno di solidarietà con le preoccupazioni di tanta gente”. “La lingua – dice per quanto riguarda la somministrazione della Comunione – è un veicolo di trasmissione molto pericoloso”. “Trovate buone parole – si raccomanda – per convincere i recalcitranti. In ogni caso dite che il vescovo ha fatto espresso divieto di una prassi diversa. Si fa maggiore comunione con il rispetto della sana prudenza che con le effusioni esteriori”.
Domanda: ma sua eccellenza non faceva prima a chiamare un esorcista?