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Home » Politica » Concorso alla Asl, strana esclusione di un architetto

Concorso alla Asl, strana esclusione di un architetto

22 Febbraio 2020

Accadono cose davvero strane alla Asl di Viterbo. C’è sempre qualcosa che non torna quando si parla di concorsi e selezioni. Oggi vi narriamo l’incredibile storia dell’architetto Marco Iobbi, escluso, come si legge nella determinazione 162 del 30 gennaio, dal concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato di un posto di dirigente ingegnere edile. E’ stato fatto fuori perché, a detta del responsabile del procedimento, non in possesso del titolo di studio richiesto dal bando. Eppure, la laurea in architettura di Iobbi è equipollente a quella di ingegnere edile. Lo sostiene la legge.

Iobbi è dal 2005, praticamente quindici anni, che lavora alla Asl. Ma c’è di più. Molto di più. Negli ultimi due l’incarico gli è stato rinnovato attingendo proprio da una graduatoria per un posto di ingegnere edile dopo una selezione, uguale a quella da cui è stato escluso, in cui venne invece ammesso. Come dire: l’equipollenza che finora andava bene all’improvviso non viene più riconosciuta.

Nello specifico, lui entra in servizio come architetto a tempo determinato alla Asl il 16.12.2005 e vi resta fino al 21.12.2016. Con delibera 1473 del 18.11.2016 viene emanato un avviso per un incarico a tempo determinato di ingegnere edile. Partecipa e viene ammesso (determina 135 del 17.01.2017). In graduatoria si piazza al secondo posto con 74 punti su 100 (delibera 828 del 30.05.2017). Attingendo da questa graduatoria di ingegnere edile, con delibera 2421 del 28.12.2018, gli viene appunto prorogato l’incarico. Arriviamo quindi alla delibera 1936 del 26.09.2019 con cui si bandisce il concorso pubblico a tempo indeterminato per un ingegnere edile: i requisiti, come detto, sono gli stessi dell’avviso approvato con la delibera 1473 del 18.11.2016 per la selezione in cui Iobbi è stato ammesso.

E invece no. Per la Asl stavolta l’architetto non ha il titolo di studio giusto. E poco importa se i requisiti per le equiparazioni tra diplomi di lauree di vecchio ordinamento, lauree specialistiche (Ls) e lauree magistrali (Lm), ai fini della partecipazione ai pubblici concorsi, sono espressamente specificati in un decreto del 9 luglio 2009. Nel caso in oggetto secondo questi requisiti la laurea in architettura (Lm4) è equipollente a quella in ingegneria civile.
Che è successo? Perché questa incredibile esclusione? Alla Asl il dovere di spiegare e di correre ai ripari. Sul caso si sarebbero già mossi gli ordini professionali.

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