I rincari delle bollette idriche varati dai sindaci nell’assemblea dell’Ato del 30 dicembre sono da capogiro.
Per rendere la misura di quanto incideranno sulla spesa di un nucleo familiare di quattro persone, più che alle percentuali (9% l’anno), bisogna affidarsi alle cifre in valore assolute. Si parla nel 2023 di 160 euro in più rispetto a oggi. Addirittura se il paragone lo si fa con il 2017 (anno in cui per salvare Talete sono cominciati i primi aumenti) ci si accorgerà che si pagheranno 293 euro in più. In altre parole, posto che si tratta di aumenti esponenziali, che cioè si incrementeranno ogni anno, una famiglia che nel 2017 spendeva 409 euro l’anno, nel 2020 ne spenderà 542, nel 2021 591, nel 2022 644 e nel 2023 ben 702. Quasi 300 euro in più in sei anni, pari al 70%, al netto di Iva e costi collaterali come quota di morosità, ristrutturazione tariffa e deposito cauzionale.
I calcoli in questione sono stati fatti e portati in Consiglio comunale dal capogruppo del Pd Luisa Ciambella, allegati all’ormai famoso ordine del giorno con il quale si impegnava l’amministrazione comunale a revocare il parere favorevole agli aumenti espresso nell’assemblea dell’Ato del 30 dicembre. Come si sa, l’ordine del giorno è stato rigettato sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Dunque, gli aumenti sono stati confermati.
Andando ad esaminare la dinamica dei rincari, la Ciambella ha sottolineato che: 1) viene incrementata la componente tariffaria a copertura dei costi di morosità, che passa dall’attuale 9% (su 36 mesi) al 14.98% (su 24 mesi). Tali costi graveranno anche sugli utenti che pagano regolarmente le bollette; 2) è previsto anche un ulteriore incremento a causa dell’entrata in vigore di una nuova articolazione tariffaria: domestiche residenti, non residenti e altri usi. “Questi incrementi – ha spiegato la capogruppo dem – variano da un minimo del 3.3 % fino ad arrivare al 35% e determinano già un maggiore introito per Talete per il 2018 pari a 1.5 milioni di euro”; 3) viene rimodulato il deposito cauzionale per tutte le utenze che non hanno la domiciliazione bancaria (87 mila su 105 mila) modificando la metodologia di calcolo che passa da base semestrale a annuale: “Questa modifica – ha detto la Ciambella – incrementerà il flusso finanziario per Talete di circa 23 milioni che verrà fatturato in 6 rate trimestrali”.