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Home » Politica » San Pellegrino in fiore, l’ente autonomo costretto a farsi da parte

San Pellegrino in fiore, l’ente autonomo costretto a farsi da parte

28 Gennaio 2020

Dopo 33 anni di onoratissimo servizio (basti solo pensare alle migliaia di visitatori che ha richiamato in tutto questo tempo da tutta Italia), San Pellegrino in fiore non si svolgerà più. Così è a meno di colpi di scena dell’ultimo momento. L’omonimo ente autonomo che organizza la manifestazione ha infatti spedito una lettera nella quale comunica a Palazzo dei Priori la decisione di recedere dalla convenzione, che sarebbe scaduta l’anno prossimo.

Alla base della “frittata” i tagli dei fondi operati dalla giunta Arena, che di fatto impedirebbero ad Armando Malè e ai suoi collaboratori di rientrare dei costi da sostenere per lo svolgimento dell’evento. A nulla, a quanto pare, sono serviti gli incontri con il sindaco e l’assessore Marco De Carolis. Niente soldi, da parte del Comune, e quindi ora niente più San Pellegrino in fiore. E’ probabile che il “manager” dei grandi eventi, l’assessore di Fratelli d’Italia, abbia in mente una exit strategy, ma in ogni caso qualsiasi altro evento del genere non si potrà più chiamare San Pellegrino in fiore poiché il marchio è registrato. Sarà dunque interessante vedere cosa si inventeranno a Palazzo dei Priori. Il tema è delicatissimo anche perché sarà molto difficile che, per qualsiasi altro evento che voglia emulare la manifestazione uscente, possano essere previsti più fondi di quelli offerti a Malè. Se così fosse si potrebbe infatti addirittura ravvisare un disegno volto a far fuori l’ente autonomo con evidenti ricadute di carattere vertenziale, sebbene Malè smentisca categoricamente una eventualità di questo tipo.

Dopo 33 anni dunque sembra destinata ad andare in archivio la manifestazione simbolo della primavera viterbese. Già lo scorso anno erano naufragati tutti i tentativi dell’ente volti a far comprendere all’amministrazione comunale l’importanza di una maggiore vicinanza. Non c’è stato nulla da fare. Malè parla di ostacoli, economici e organizzativi, insormontabili. Dunque, la storia non poteva finire diversamente. A Palazzo dei Priori sarebbero state chiuse tutte le porte.

Per la precisione, per l’edizione 2019 il Comune stanziò 50 mila euro, dieci mila in meno rispetto all’anno prima. Oltre a ciò, quest’anno Palazzo dei Priori avrebbe chiesto la sorveglianza diurna e notturna degli stand, le assicurazioni sanitarie e il pagamento dell’ambulanza, più 20 mila euro di spese per l’occupazione del suolo pubblico. Tutto legittimo, ma come si fa a farlo con quattro lire. Sulla questione presenterà domani un’interrogazione il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Luisa Ciambella.

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