La possibilità che il Comune possa ammorbidirsi sugli orari dei locali in centro ha fatto scattare l’allarme rosso tra i residenti e i proprietari di strutture ricettive, che non vogliono che la quiete venga messa a repentaglio dopo le 24. Dunque, per prevenire possibili marce indietro di Palazzo dei Priori, mettono subito le mani avanti.
“Si tratta di norme”, fanno sapere, “nate a protezione del quartiere di San Pellegrino, considerato luogo di pregio storico e artistico, meta apprezzata di turismo e scena privilegiata di iniziative come il villaggio natalizio”. “I limiti di orario sono misura necessaria per contrastare il fenomeno della cosiddetta mala movida, il cui impatto su determinate aree è tale da creare invivibilità, degrado, inospitalità e insicurezza per residenti, pellegrini e turisti”.
Sotto accusa “la movida incontrollata e senza freni, che tende a imperversare nei quartieri se non arginata e spesso terreno fertile per l’azione di spacciatori e soggetti che in modo maligno, a proprio unico vantaggio, cercano di sfruttare le debolezze e le vulnerabilità dei giovani, mette anche a repentaglio il patrimonio storico e artistico”.
A San Pellegrino, come si sa, è nato un Comitato di quartiere con l’obiettivo di difendere “il borgo medioevale e tutto il centro storico come luogo del vivere e dell’abitare. Il Piano del commercio è stato varato per proteggere la vivibilità e l’abitabilità della Viterbo antica e storica e per incentivare, anche con sgravi fiscali, quelle attività commerciali che siano compatibili con questo obiettivo. Chi calpesta i diritti dei residenti e degli ospiti calpesta vivibilità e abitabilità del cuore storico e antico della città, luogo della sua identità primigenia, favorendone il suo abbandono e la desertificazione”.
“Come può un’amministrazione che governa Viterbo, qualunque sia il suo colore politico – si chiede il Comitato – ridurre il cuore della città nello stato di abbandono e di incuria in cui versa attualmente?”. I problemi vanno affrontati “con un’ottica nuova, finalizzata alla ripresa del quartiere di San Pellegrino e della zona storica. Il rischio è quello di cristallizzare l’esistente e di non riuscire a immaginare un oltre migliore di adesso”.
Il Comitato propone quindi “di utilizzare la somma incassata con la tassa di soggiorno per la riqualificazione di San Pellegrino e di tutto il centro storico; di impiantare nel quartiere un hub con personale universitario, dedicato all’avvio di spin-off e per attività di ricerca; di individuare aree a basso impatto per residenti e ospiti, condivise e dedicate a una movida più notturna in cui i gestori dei locali di San Pellegrino possano avviare un secondo negozio, replica del primo, con diritto di prelazione, sgravi fiscali e agevolazioni di lungo periodo”. Infine, chiede “di usare le risorse dell’avanzo di bilancio non speso per aumentare i controlli di polizia locale nella zona di San Pellegrino e del centro storico”.