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Home » Politica » Università agraria di Blera, niente dimissioni di massa

Università agraria di Blera, niente dimissioni di massa

30 Dicembre 2019

In un articolo apparso alcuni giorni su alcuni siti a proposito dell’Università agraria di Blera si parlava di amministrazione scaduta, dimissioni in massa dei consiglieri e richiesta di intervento del prefetto e di Zingaretti per indire nuove elezioni.

Tutto falso, fa sapere la maggioranza: “L’attuale amministrazione dell’Università agraria di Blera, come quella di altre Università agrarie del Lazio – si legge in una nota – nel mese di ottobre 2018 ha raggiunto il quinto anno di consiliatura, realizzando l’intero programma per il quale era stata eletta (cosa più unica che rara). Al termine dei 5 anni, però, l’amministrazione non è scaduta, tanto è vero che nessuno ha imposto le elezioni. A seguito dell’entrata in vigore della legge 168/2017, che ha riconosciuto l’Università agraria un soggetto dotato di personalità giuridica privata (non più pubblica), la Regione aveva la possibilità di promuovere un riordino di questi enti sino al mese di dicembre 2018; ma la Regione non lo ha mai fatto. Sino ad inizio estate 2019, la Regione ha fatto solo proposte, confuse e in alcuni casi incostituzionali, imponendo di fatto un ritardo alle Università agrarie nella stesura dei nuovi statuti, per cui molti enti non si sono dotati di uno statuto a recepimento della legge 168/2017 anche per incertezza normativa”.

E ancora: “Vista la delicatezza della materia, in quanto lo statuto servirà anche a definire le modalità di elezione, il presidente Luca Torelli ha partecipato a diverse giornate di convegni e di studio, anche alla Camera dei deputati, alla presenza di insigni giuristi e professori di diritto che hanno scritto la legge, nell’interesse degli utenti di Blera e al fine di dare una corretta interpretazione delle norme. Questo mentre gli immancabili consiglieri ‘a vento’ andavano a raccomandarsi a politici di destra e di sinistra per far cambiare la legge. Ciò detto, quanto circolato in questi giorni è basato su bugie e falsità”.

La prima bugia, fa notare l’attuale maggioranza, è che ci siano state le dimissioni in blocco di tutti i consiglieri: “Niente di più falso. Gli unici consiglieri che si sono dimessi sono i 3 di minoranza rimasti: Angelo Menghini, Arturo Ranucci, Mauro Di Silvio. Ma non si sono dimessi un anno fa, ma solo il due dicembre scosro. Consiglieri che peraltro non saranno ricordati né per essere stati presenti durante i 5 anni, né per le proposte fatte. A seguito delle loro dimissioni, in data 13 dicembre, abbiamo inviato le lettere di surroga, ma nessuno della minoranza, dimostrando assoluto disinteresse per l’Università agraria, si è presentato all’assemblea degli utenti del 23”.

“La seconda bugia – continua la maggioranza – è che non sono state indette le elezioni. Infatti nella seduta dell’Assemblea degli utenti del 23 dicembre non solo è stato approvato il nuovo statuto, ma è stato anche fissato il giorno delle elezioni. Per cui se questi signori avessero partecipato all’assemblea, avrebbero evitato l’ ennesima, pubblica, figuraccia”.

Il commento: “La prima verità è che ci sono due tipologie di amministratori: quelli che amministrano per il bene comune, con sacrificio e dedizione quotidiana, e quelli che usano il bene comune per scopi personali. E il fatto che il terreno occupato abusivamente da una associazione della quale è socio il consigliere dimissionario Angelo Menghini sia stato reintegrato qualche mese fa nella proprietà dell’Università agraria può far sorgere qualche dubbio sulla natura degli interessi di qualcuno. La seconda verità è che riteniamo che gli ignoti che diffondono certi voci siano gli stessi che da tempo hanno anche abbandonato l’amministrazione del Comune di Blera cercando di metterla in difficoltà, perché non in linea con i loro ‘personalissimi’ princìpi. La storia insegna che chi non conta nulla e non rappresenta nulla, se non i propri interessi, ha una sola ossessione: votare il prima possibile per cercare di ribaltare a proprio vantaggio la situazione, magari ‘scambiando’ o comprando anche qualche voto, con modalità di cui le cronache sono piene. Alla luce di tutto questo, comunichiamo agli ‘ignoti’ cui piace sguazzare nel fango, che ci vedremo presto alle elezioni del Dominio collettivo dell’Università agraria, chiedendo sin da subito alla forza pubblica di mettere in campo ogni azione volta al controllo e al corretto svolgimento delle operazioni di voto”.

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