Si sono ritrovati tutti insieme. A vedere le facce poco appassionatamente, ma non è importante. Adesso, devono aver pensato, serve mettersi insieme per conquistare una poltrona. Che in tempi di vacche magre, data l’avanzata delle destre, può corrispondere, meglio di niente, anche a una sedia in Provincia.
Si sono ritrovati insieme durante una riunione da Schenardi, in vista del rinnovo del Consiglio provinciale, Pietro Nocchi, attuale presidente di Palazzo Gentili, Maurizio Palozzi, alter ego del consigliere regionale Enrico Panunzi, Giacomo Barelli di Forza Civica, Giancarlo Torricelli, noto esponente della sinistra più sinistra e consigliere comunale a Bassano Romano, e poi i sindaci di Canino: Lina Novelli, Oriolo Romano: Emanuele Rallo e Blera: Elena Tolomei. E ancora: l’ex parlamentare Alessandro Mazzoli, il consigliere comunale del M5S Massimo Erbetti, l’assessore di Vetralla Enrico Pasquinelli e Valerio De Nardo, esperto in materie istituzionali. Obiettivo: rinsaldare le fila per resistere all’assalto del centrodestra.
Tutto legittimo, il problema però è che in questo caso, sebbene quasi tutti quelli che abbiamo citato provengano dal campo della sinistra, è difficile scorgere convergenze programmatiche tra di loro. E infatti, per fare un esempio, non ci si può non chiedere come possano coesistere personaggi che sono strenui difensori dell’acqua pubblica, schierati contro Talete (vedi Torricelli e Erbetti), con altri che invece in questi anni di Talete sono stati i più strenui difensori. Allo stesso modo non risulta facile immaginare una lista comune tra chi ha fatto dell’ambientalismo spinto la propria battaglia di vita e di morte con chi, al contrario, ha lavorato per portare a Viterbo l’industria delle nocciole. Il gioco di trovare le differenze potrebbe continuare all’infinito, ma, se è vero che la società moderna ha perso la memoria storica, non è difficile andare a ritrovare dichiarazioni di alcuni contro gli altri.
Che tipo di coalizione può dunque venir fuori? La politica, ci si chiede, deve perseguire le grandi ammucchiate, che poi al momento di governare fanno implodere le amministrazioni, o piuttosto dovrebbe cercare convergenze programmatiche?
“La provincia è viva e lotta insieme a noi”, ha detto Giacomo Barelli. “A 5 anni dalla riforma del Rio le province esistono, resistono e gestiscono servizi – ha replicato Torricelli -. Quelle che mancano sono invece le risorse, tagliate del 60 per cento, e il personale”. Partendo dalla provincia si ha in verità l’idea che si vogliano costituire prove di alleanze anche in vista delle prossime comunali, formando una coalizione politica il più possibile allargata per sperare di portare a casa qualche risultato. Sì, ma ammesso e non concesso che il disegno in chiave elettorale possa pure andare in porto, quando tutte queste persone si troveranno a governare con idee e programmi diversi cosa faranno?