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Home » Politica » “Bossola non racconta tutta la verità”

“Bossola non racconta tutta la verità”

29 Settembre 2019

E’ polemica dopo le dichiarazioni del presidente di Talete, Andrea Bossola, secondo il quale la strada che hanno i sindaci per la società è segnata: o ricapitalizzano o fanno entrare i privati. Sulla questione interviene Bengasi Battisti.

“Dalle dichiarazione di Andrea Bossola – dice l’ex sindaco di Corchiano – è evidente la sua visione privatistica della gestione del ciclo delle acque e la sua considerazione dell’acqua quale merce. Suggerisce, infatti, come uniche soluzioni alla necessità di ulteriori fondi: investimenti dal mercato o la impraticabile ricapitalizzazione a carico dei già difficili bilanci comunali . Questo significa vendere quote di Talete e destinare l’acqua del Viterbese nelle mani delle multinazionali immettendola nelle esclusive leggi di mercato e del profitto. Non è questo che le comunità del Viterbese hanno detto con il referendum sull’acqua pubblica e non è questo che la Regione Lazio ha affermato con la legge 5 del 2014 recependo  quella straordinaria volontà popolare”.

“La terza via – continua – è scritta nella legge 5 del 2014, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale , purtroppo ancora inapplicata. La terza via che Bossola omette è ‘rivedere il modello di gestione’, cancellare l’esperienza  Talete quale soggetto di diritto pubblico e introdurre un modello di gestione attraverso un soggetto di diritto pubblico. Solo un  soggetto di diritto pubblico potrà ottenere  quel sostegno economico , anche attraverso la fiscalità generale, necessario per rendere sostenibile una gestione del ciclo delle acque anche in quegli ambiti territoriali resi deboli dalla scarsità di popolazione e dalla qualità delle acque. I cittadini del Viterbese non potranno sostenere a loro esclusivo carico i costi della potabilizzazione per la presenza di arsenico o per lo sfavorevole rapporto tra lunghezza delle reti idriche e utenze. Il diritto di accesso all’acqua in quanto diritto inalienabile ha necessità di quella gestione solidale che colmi le debolezze e che solo un soggetto di diritto pubblico può garantire”.

“I cittadini con i loro sì all’acqua pubblica – conclude Bengasi Battisti – chiedevano questo e la politica con coraggio e coerenza dovrebbe affermarlo”.

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