Serve al più presto il patto territoriale per puntare al reinserimento dell’aeroporto di Viterbo nel Piano nazionale per lo sviluppo del settore aeroportuale 2020-2030. E’ ormai necessaria l’apertura di un tavolo di lavoro presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti finalizzato a far “decollare” di nuovo l’infrastruttura già inserita nel piano del 2007, stralciata nel 2012 e poi accantonata nel 2015. Lo chiede a gran voce l’Ance Viterbo (Associazione nazionale costruttori edili), a margine della prima conferenza nazionale sul trasporto aereo svoltasi a Roma gli scorsi 20 e 21 marzo 2019 su iniziativa del Mit, a cui hanno partecipato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, il vice presidente Matteo Salvini e il ministro Danilo Toninelli, Enac, Enav, Assaeroporti e grandi società come il gruppo Leonardo.
Scopo dell’incontro è stato mettere intorno a tavoli di lavoro divisi per argomenti, di cui uno dedicato al Sistema aeroportuale nazionale e reti aeroportuali, le diverse realtà operanti nel settore per confrontarsi sulle varie problematiche che incontrano gli operatori e far emergere eventuali soluzione al fine di permettere poi al governo di redigere il nuovo Piano nazionale per lo sviluppo del settore aeroportuale 2020-2030. Tra le varie problematiche emerse, la più evidente è quella di dover adeguare e ampliare l’intero sistema il più velocemente possibile, per fornire risposte all’esponenziale crescita del numero di passeggeri e merci nei prossimi anni. Una tendenza suffragata dai dati Iccsai ed Eurocontrol: nel 2018 sono transitati in Italia circa 184 milioni di passeggeri, nel 2030 saranno 250 milioni, dal 2020 al 2040 l’aumento sarà pari al 53 per cento per l’aeroporto di Fiumicino e infine nel 2044 transiteranno qualcosa come 100 milioni di passeggeri.
“Il Piano 2020-2030 ci impone di attivare quanto prima il patto territoriale per l’aeroporto di Viterbo – spiega il delegato alle infrastrutture di Anca Viterbo, Fabio Belli – Argomento già trattato nel convegno ‘Colleghiamo la Tuscia’ organizzato lo scorso novembre insieme a Filca-Cisl. Il patto è una metodologia largamente condivisa dai rappresentanti politici del nostro territorio per la realizzazione di infrastrutture vitali per l’economia locale. I dati emersi giocano estremamente a nostro favore: c’è bisogno di ampliare la rete aeroportuale italiana”.
Già inserito nel piano aeroporti nel 2007, nel dicembre 2012 la Presidenza del Consiglio con un provvedimento stralcia la realizzazione dell’aeroporto di Viterbo. Successivamente il Dpr 201/2015 relativo al nuovo piano nazionale aeroporti conferma lo stop all’infrastruttura. Entrambi i provvedimenti sono stati impugnati al Tar dal Comune di Viterbo e i ricorsi sono ancora pendenti.
“Una cosa è certa – conclude Belli – se si perde anche questa occasione per inserire l’aeroporto di Viterbo nel nuovo piano 2020-2030, potremo dire definitivamente addio a questa importante infrastruttura che oltretutto farebbe da traino per la realizzazione delle famose opere incompiute che collegherebbero la Tuscia a Roma (trasversale, raddoppio della Cassia, ferrovia). A meno che chi rappresenta questo territorio pensi di raggiungere, in caso di una terza esclusione di Viterbo dal piano, la realizzazione dello scalo facendo il terzo e in questo caso probabilmente inutile ricorso al Tar”.