Riceviamo e pubblichiamo*.
Il 24 gennaio la Commissione europea ha deciso di inviare un richiamo motivato all’Italia per non aver rispettato i parametri di qualità delle acque destinate al consumo umano (direttiva sull’acqua potabile, 98/83/Ce del Consiglio) e per aver lasciato che “i valori di arsenico e fluoruro venissero superati in alcune e vaste zone”. Scopo della direttiva è proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, garantendo il fondamentale diritto alla salute.
Ora Governo e Regione dovranno assumere immediati provvedimenti per assicurare il diritto all’acqua potabile, dopo che per lungo tempo l’acqua erogata in sedici zone di approvvigionamento laziali, soprattutto del Viterbese, ha superato i parametri stabiliti per l’arsenico e il fluoruro, costituendo con ciò un serio e grave rischio per la salute umana, in particolare per i bambini.
Già nel 2014 la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora a seguito della quale la Regione Lazio provvedeva a realizzare impianti di dearsenificazione che tuttavia, in alcuni casi, nonostante il forte finanziario non sono stati sufficienti per sanare la delicata situazione. Infatti, molte persone sono ancora costrette a utilizzare acqua contaminata da arsenico e/o fluoruri.
Il forte richiamo della Commissione, il rischio di deferimento dell’Italia all’Alta Corte di Giustizia europea e il reale rischio per la salute pubblica impongono al Governo e alla Regione Lazio un intervento immediato e risolutivo.
*Bengasi Battisti
medico – consigliere comunale – Enti locali per l’acqua pubblica