Chissà cosa dirà Zingaretti sulla presa di posizione dell’Unione europea sull’arsenico nell’acqua che scorre negli acquedotti della provincia di Viterbo. E soprattutto chissà come commenterà l’ammonimento arrivato da Bruxelles Enrico Panunzi, che del governatore è il luogotenente sul territorio. Lo stesso Panunzi che ha voluto Salvatore Parlato, su ordine dell’aspirante segretario nazionale del Pd, alla guida di Talete.
Di soldi, come spesso denunciato anche da questo sito, in questi anni la Regione per l’arsenico ne ha spesi tanti. Ma li ha spesi male, se è vero che i valori di questo micidiale veleno un giorno sì e l’altro pure risultano alterati in parecchie zone della provincia. Soldi spesi per fare poco insomma, e infatti lo stesso Panunzi, di fronte all’evidenza dei fatti, nei giorni scorsi è arrivato a dire che per risolvere il problema andrebbero miscelate le acque. Peccato: è arrivato tardi. Perché non ci ha pensato prima? Perché spendere milioni e milioni di euro per non arrivare ad alcun risultato utile.
Sarà interessante verificare i bilanci di Talete e di leggerli alla luce degli investimenti fatti sul fronte arsenico. Sarà interessante conoscere le aziende a cui sono stati affidati gli appalti e dunque i costi che ogni singolo intervento ha comportato per la comunità.
Di fatto, Panunzi è arrivato fuori tempo massimo con questa idea della miscelazione, anche perché adesso il prezzo da pagare per mettersi in regola con i dettami dell’Europa potrebbe essere molto salato. Se così sarà, altro che aumento temporaneo delle bollette dell’acqua come ha sostenuto Parlato a fine anno per giustificare il rincaro delle tariffe di oltre il 7 per cento con decorrenza primo gennaio 2019. Vogliamo proprio vedere.