Falco grillaio o più semplicemente grillaio. Ironia della sorte il rapace il cui nome evoca il leader del Movimento 5 Stelle o, con una forzatura linguistica, un insieme di grillini, è anche quello per la cui conservazione il Tar del Lazio ha rimandato ogni decisione sul completamento della Orte-Civitavecchia alla Corte di giustizia europea, insieme alla richiesta di chiarimenti su altre questioni tecniche, come si legge nell’ordinanza pubblicata ieri dal tribunale amministrativo (CLICCA QUI).
Nomen omen, verrebbe da dire per giocare un po’ con le parole. I grillini infatti, pur non entrandoci niente con gli ambientalisti che stanno portando avanti la battaglia legale (e viceversa), sono sempre stati contrari alla realizzazione della strada nella Valle del Mignone, ritenendola troppo impattante sul paesaggio e sull’ambiente. A differenza delle repentine inversione a U sulle grandi opere a cui ci hanno abituato in questi mesi (il ripensamento sulla Tap, i tentennamenti sulle trivellazioni e gli improvvisi balbettii sulla Tav) sulla Trasversale invece i pentastellati, sia a livello locale che a quello regionale, hanno sempre marciato in direzione unita e contraria.
Ma torniamo al grillaio. A leggere il dispositivo del Tar pare che proprio lungo il tracciato verde, quello contestato dagli ambientalisti, insista una colonia di questo rapace. A tutelarlo una direttiva CE del 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. A questa si sono aggrappate le associazioni ambientaliste, ma anche i privati, “singoli cittadini – spiega il Tar – che hanno rappresentato di essere proprietari di aziende di produzione biologica o agricole o di struttura ricettiva interessata dalla nidificazione dei falchi, per i quali è altrettanto evidente il nocumento legato all’approvazione del ‘tracciato verde’, insistente sulle aree interessate dalla loro attività”.
Alla Corte di giustizia europea l’ardua sentenza.