La Ferrero porta nel Viterbese altri 20mila ettari di noccioleti. Una manna per l’economia della provincia, hanno titolato ieri i giornali, ma non sono tutte rose e fiori. Nessuno sembra infatti ancora essersi posto il problema dell’impatto che tutto ciò produrrà sull’ambiente. Come si sa, finora l’agricoltura locale, per la cura di queste coltivazioni, ha fatto ampio uso di fitofarmaci, oltre che di diserbanti. Sarebbe allora il caso che gli enti locali, cioè i Comuni in cui ricadono questi 20mila ettari di terreni da convertire a noccioleti, oltre alla Provincia e alla Regione, si occupassero di redigere e sottoscrivere un protocollo di intesa attraverso il quale si pongano dei precisi paletti all’uso delle sostanze chimiche nocive per la salute dell’uomo. E’ noto a tutti che molte malattie, tra cui alcune pericolose forme di cancro, sembrano essere strettamente collegate all’esagerato utilizzo della chimica in agricoltura. Dunque, ben vengano le iniziative che possano contribuire a dare una boccata d’ossigeno alla nostra economia, ma bisogna che esse avvengano nel rispetto dei vincoli ambientali. La nutella sì, d’accordo, ma senza nuocere alla salute di nessuno.