La sentenza con la quale il Tar del Lazio stabilisce a 118 euro a tonnellata il costo di conferimento dei rifiuti in discarica è del dicembre 2017, il verbale dalla Regione, con relativo provvedimento del dirigente di area, compare invece il 5 settembre scorso. Nove mesi dopo. Nove mesi persi, tempo prezioso che i Comuni avrebbero potuto utilizzare per organizzarsi, magari iniziando ad accantonare le risorse. Invece no, e a questo punto si tratterà di mettere pesantemente mano al portafoglio con il rischio di paralizzare la capacità di spesa e di investimento di molte amministrazioni comunali. Basti pensare che alla sola Viterbo città l’applicazione retroattiva dell’aumento, come stabilito dal giudice amministrativo, se non interverranno fatti nuovi è destinata a provocare un “buco” di circa due milioni.
Un disastro, su cui non possono non interrogarsi il sindaco Giovanni Arena ed altri sindaci della nostra provincia: “Perché la Regione ha atteso tutti questi mesi? Forse c’era la campagna elettorale e tra i Comuni sarebbe scoppiata la rivolta? A pensar male…”. E già, è proprio questo, arrivati al punto dove siamo, il nocciolo della questione: Zingaretti è stato per nove mesi colpevolmente in silenzio e il sospetto che l’abbia fatto apposta per evitare contraccolpi in campagna elettorale si sta facendo largo nella testa di molti. Se così fosse, si tratterebbe di un fatto gravissimo che non può passare sotto silenzio. Non può, Zingaretti, trattare i cittadini del Lazio come sudditi, non può comunicare come gli pare a lui le informazioni che tutti hanno diritto ad avere in tempo reale.
Faccia dunque luce al più presto, il presidente della Regione, su questa incresciosa vicenda che rischia di costringere i Comuni a tagliare i servizi per pagare quanto è stato deciso dal Tribunale amministrativo.