Francesco Serra, tramiti manifesti affissi in città negli ultimi giorni, ringrazia per non essere andato al ballottaggio. Ringrazia – insieme a Sposetti, Panunzi, Trani, Mazzoli, Pistilli, ecc. – per aver preso 800 voti in meno della coalizione del Pd. Ringrazia perché il suo gruppo, da 7 consiglieri, sarà composto adesso solo di due persone. Ringrazia perché non ha mandato al ballottaggio il suo ex partito. Ringrazia perché, nonostante il potere regionale pesantemente sceso in campo in suo sostegno, non ce l’ha fatta ad uscire dalle urne in testa con le sue liste. E ringrazia per aver spinto al suicidio politico Filippo Rossi e Massimiliano Smeriglio, che con lui avrebbero dovuto dar vita ad una larga alleanza per il secondo turno con l’intento di vincere le elezioni.
Rossi ameno la lezione l’ha capita e si è dimesso. L’ha fatto in un sussulto di dignità, pur avendo preso a livello personale molti più voti delle sue liste. Serra no: lui ringrazia per aver fatto inutilmente esporre una professionista seria come la dottoressa Patrizia Frittelli, non eletta. Ringrazia per aver fatto esporre i tanti dipendenti della Asl, candidatisi più o meno volontariamente, che ora non potranno più passare all’incasso delle promesse ricevute. Tutta gente, questa, che ora guarda oltretutto con preoccupazione alle vicende romane che coinvolgono la Regione.
Serra ringrazia. Forse, più che i cittadini, ringrazia i suoi mentori. Ringrazia i suoi pazienti privati. Ringrazia il “destino” per la sua splendida carriera ospedaliera. Ringrazia per essere riuscito a favorire le due destre, mandandole al ballottaggio. Ma forse tutti questi ringraziamenti li capiremo tra un po’, quando le tante trame nascoste saranno svelate e quando saranno verificate le chiacchiere in libertà che erroneamente molti ritenevano private.
Serra ringrazia – forse su suggerimento – di poter dire di aver preso 13 voti di più del candidato del Pd. Un ringraziamento, questo, ai pavidi e ai furbetti. Un gigantesco ringraziamento alle giravolte, all’opportunismo, al potere sempre più flebile, all’oggi senza un futuro politico. Si può chiudere una carriera politica in tanti modi, ognuno ha il suo stile, questo non è di certo il migliore.