Mister preferenza, in questa tornata amministrativa 2018, si chiama Elpidio Micci. Il consigliere comunale di Grotte Santo Stefano, candidato nella lista di Forza Italia, conquista un bottino di consensi stratosferico: 827 voti. Gran parte dei quali rastrellati nella frazione viterbese, della quale può fregiarsi a questo punto, a furor di popolo, del titolo simbolico di “sindaco”. La medaglia d’argento, nella gara delle preferenze, spetta a un’altra forzista, Antonella Sberna (726), che capitalizza anche e soprattutto il bacino di consensi del marito, l’ex consigliere regionale Daniele Sabatini, il grande assente di questa tornata elettorale.
Nella formazione di Forza Italia, tornato il primo partito cittadino dopo il flop delle politiche, spiccano anche le 473 preferenze della giovane Isabella Lotti, trascinata dall’onda Micci con cui correva in tandem, le 356 del capolista Giulio Marini, le 293 dell’ex assessore Fabrizio Purchiaroni, le 258 dello studente Matteo Achilli e le 241 Paolo Muroni, mentre un altro ex assessore e consigliere comunale uscente, Chicco Moltoni, si ferma a 128.
Nella lista di Fratelli d’Italia svettano Claudio Ubertini (a lungo tra i papabili per la candidatura a sindaco) con 469 preferenze, Gianluca Grancini con 416 e l’ex senatrice Laura Allegrini con 361. Buoni anche i risultati di Paolo Bianchini (307),Vittorio Galati (284), Elisa Cepparotti (277), Luigi Buzzi (258). Il direttore di Confartigianato Andrea De Simone si ferma a 179. Tra le 17 liste in campo quella dei meloniani era sicuramente tra le più competitive.
Non altrettanto si può dire di quella della Lega, che paga lo scarso radicamento dei suoi candidati sul territorio perdendo quasi sei punti percentuali rispetto alle politiche del 4 marzo. Tra i salviniani svettano Stefano Evangelista (280 preferenze) e Claudia Nunzi(256), mentre tra i “famosi” il pirozziano Stefano Caporossi non va oltre i 163 consensi.
Nessun exploit da parte di Fondazione, nonostante la pletora di liste civiche assorbite: il più votato è Gianmaria Santucci (195), seguito dall’ex assessore al bilancio della giunta Gabbianelli Paolo Barbieri (193).
Nelle liste della Frontini spiccano le 231 preferenze di Letizia Chiatti, le 189 di Patty Notaristefano e le 181 del cantante lirico Alfonso Antoniozzi, che però, vista la notorietà, ottiene un risultato non esaltante.
I dem più votati, fatta eccezione per il medico Moreno Busti (193), sono tutti amministratori uscenti: Alvaro Ricci (301), Martina Minchella (264), Aldo Fabbrini (187) e Sonia Perà (174), mentre nella lista della Voce dei giovani viterbesi il primo classificato è un diversamente giovane: l’ex presidente del consiglio Marco Ciorba (100).
L’ex consigliere comunale e sindacalista Cobas Marco Prestininzi e l’architetto Daniele Cario (ex presidente dell’ordine) con 74 preferenze ciascuno sono le bandiere della deludente lista Lavoro e beni comuni di Paola Celletti.
Lina Delle Monache (319) e Andrea Cutigni (216) trainano la lista Impegno Comune a sostegno di Francesco Serra, mentre nell’altra lista si affermano i consiglieri comunali uscenti Patrizia Frittelli (232), Mario Quintarelli (201) e Massimo Cappetti (160).
Infine tra i portatori d’acqua del grande sconfitto di questa tornata, Filippo Rossi, si salvano (si fa per dire) solo l’ex assessore Giacomo Barelli (159 voti) e Maria Rita De Alexandris (155) nella lista Viva Viterbo. Del tutto trascurabile il contributo alla causa di Caffeina dell’altra formazione Area civica, nonostante due sponsor di peso come il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio e l’ex consigliere regionale, docente universitario e premio Nobel Riccardo Valentini.