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Home » Politica » Il Nursing: “Una vergogna questo scippo”

Il Nursing: “Una vergogna questo scippo”

27 Maggio 2018

“Una vergogna”. Non usa mezzi il segretario provinciale del sindacato infermieristico Nursing Up Mario Perazzoni per definire l’ultimo “scippo” subito dalla provincia di Viterbo: il trasferimento a Rieti della centrale operativa del 118, a partire dalla metà di giugno. Contro l’accorpamento, che era nell’aria da anni ma che ha subìto un’accelerazione all’indomani della rielezione di Zingaretti alla presidenza della Regione Lazio, si è scatenata una vera e propria sollevazione sui social network, come dimostra la pioggia di contatti e di reazioni alla notizia data dal nostro sito.

“La provincia di Rieti è la metà di quella di Viterbo. A parte il capoluogo, solo un Comune sabino supera gli 8 mila abitanti. Non si capisce quindi il perché debba essere Viterbo a cedere la centrale operativa”, nota Perazzoni.

In realtà il perché è da far risalire alla natura estremamente sismica del territorio reatino. Inizialmente l’ipotesi era infatti di posizionare la centrale operativa del 118 unificata a Orte, dove c’è una struttura idonea ad ospitarla, o a Magliano Sabina, zone di frontiera tra le due province. Ma dopo il terremoto del Centro Italia, che ha raso al suolo Amatrice e Accumoli, si è deciso di optare per Rieti.

Mario Perazzoni

Per il segretario del Nursing l’accorpamento poteva essere evitato. “Non stiamo parlando di Camera di commercio – sottolinea Perazzoni – ma di un servizio d’emergenza. Che succederà quando da Castel Sant’Elia o da Tessennano partirà una richiesta di soccorso al 118 e risponderà un operatore di Rieti che nemmeno sa dove si trovano questi piccoli comuni e dovrà andarli a cercare su internet?”.

Il malumore, stando alle indiscrezioni, sarebbe forte anche all’interno degli stessi operatori del 118, un’ottantina in tutto, di cui due, a turno, impiegati alla consolle della centrale operativa. Nessuno di loro sa cosa succederà. Possibile che alcuni dovranno fare i bagagli e trasferirsi a 100 km di distanza, quanto meno inizialmente per “formare” i colleghi reatini spiegando loro un po’ di geografia viterbese.

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