“Un periodo di assestamento sarà da mettere nel conto. Non c’è alcun atteggiamento pregiudiziale nei confronti dell’accorpamento, ma come sindacato vigileremo affinché la provincia di Viterbo non esca penalizzata da questa decisione”.
Sindacato che vai voce, più o meno alta, che trovi. Mentre i confederali – Cgil, Cisl e Uil – tacciono e chissà se acconsentono, e mentre gli infermieri del Nursing sparano a zero, sul trasferimento della centrale operativa del 118 da Viterbo a Rieti interviene Vittorio Ricci, segretario della Fials, secondo cui per la Tuscia la scelta della Regione Lazio rappresenta senz’altro una diminutio, perlomeno a livello politico-simbolico.
“Non so se questo trasferimento a Rieti della centrale operativa era evitabile – commenta i sindacalista – ma presumo che il terremoto del Centro Italia abbia giocato un ruolo decisivo nell’orientare le scelte della Regione Lazio”.
Ricci si augura tuttavia che il trasloco non comporti conseguenze negative in termini operativi: “Nella Tuscia il 118 continuerà ad avere i propri mezzi e i propri uomini, mentre a rispondere alle chiamate d’emergenza sarà un unico centralino. All’inizio, come sempre quando ci sono dei cambiamenti, sarà necessario un periodo di assestamento. Noi vigileremo e verificheremo che non ci siano ripercussioni sull’efficienza del servizio e danni per gli operatori”.