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Home » Politica » 118, l’Ares rassicura. Ma non affronta il vero problema: perché Rieti e non Viterbo?

118, l’Ares rassicura. Ma non affronta il vero problema: perché Rieti e non Viterbo?

27 Maggio 2018

“Non vi sarà alcuna diminuzione nel servizio di soccorso in emergenza sul territorio”.

Lo puntualizza in una nota Ares 118 in merito all’unificazione delle centrali operative di Rieti e Viterbo.

“L’organizzazione dei mezzi di soccorso avveniva su base interprovinciale già da due anni – spiega l’azienda regionale dell’emergenza sanitaria – le equipe erano già, formalmente e sostanzialmente, unificate. Mancava solamente l’unificazione dei centralini, che oggi può essere realizzata grazie al nuovo sistema informatico di gestione delle chiamate di soccorso. Un sistema informatico che, essendo tecnologicamente più avanzato, permette di lavorare su bacini di utenza e aree geografiche più ampi con la medesima precisione di prima”.

Ares assicura inoltre  “che il percorso di unificazione delle centrali operative 118 avvenuto nel Lazio è in linea con quello applicato in Lombardia, Emilia Romagna Toscana, Piemonte”.

“Come non c’è stato quindi, da due anni ad oggi, alcun problema nella fruizione del servizio da parte dei cittadini di Viterbo, non ci sarà neanche nel futuro – continua la nota -. Sono infatti confermati nella loro operatività tutti i mezzi di soccorso presenti sul territorio provinciale”.

Ares 118 rende inoltre noto che sta potenziando il numero di medici di emergenza operativi a Viterbo “che, svincolati dai compiti di centrale, rimarranno ad uso esclusivo H24 dell’automedica presente nel capoluogo”.

Detto ciò, l’Ares non spiega però per quale motivo sia stato preferito Rieti a Viterbo, alla luce del fatto, soprattutto, che Viterbo è il doppio di Rieti per estensione e numero di abitanti. Né, in particolare, si preoccupa delle possibili disfunzioni che potrebbero derivare dal collocare nella cabina di regia (quella che indirizza i mezzi di soccorso) persone che non conoscono la complessità territoriale o geografica della Tuscia. E’ questo infatti il rischio maggiore che si corre, laddove anche un solo minuto di ritardo può risultare fatale per il paziente. In generale è evidente che non si possono operare economie su servizi primari come quello del 118, mentre a livello politico appare chiara ancora una volta la marginalizzazione a cui è stato relegato il Viterbese.

Da segnalare infine la dura presa di posizione di Fosca Mauri Tasciotti, ex assessore nella giunta Gabbianelli e moglie dello storico direttore del 118 di Viterbo Pierluigi, che ha espresso tutto il suo disappunto sull’accorpamento commentando l’articolo del Viterbese: “Penso a mio marito che tanti anni fa ha creduto in questo servizio ed ha lavorato notte e giorno per farlo diventare il fiore all’occhiello del soccorso sanitario del Lazio! Che tristezza ora !”.

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