Mentre viviamo con preoccupazione e paura gli orrori della guerra in Ucraina e facciamo i conti con il caro elettricità e l’impennata del prezzo della benzina, la politica viterbese offre il meglio di sé senza arrossire. Si va tutti insieme in campagna elettorale come se si andasse al mercato, ognuno alla ricerca dell’articolo più conveniente da portare a casa con quattro lire e da mettere in lista per poi vantarsi dell’affare fatto.
Ed eccoli così, i politicanti locali – tra un telegiornale e l’altro che dà conto dell’ultimo bombardamento o dell’uccisione di vite umane inermi – alle prese con telefonini e social per annunciare l’acquisto di un pensionato o di qualche sconosciuto che passa da una parte all’altra, di uno che nessuno conosce o ricorda o del rampollo di qualche dinastia locale, fino all’ingaggio di un fischietto fuori dal campo. Tutti alla ricerca di un posto al sole, nessuno però che proponga un straccio di progetto per una citta ridotta ai minimi termini.
I cittadini guardano e non commentano, sanno bene tuttavia che Viterbo non ha bisogno di improvvisazione e superficialità. Le storie personali in una città piccola le conoscono e le valutano tutti. Ognuno alla fine saprà pesare le parole ed i fatti realizzati e si comporterà di conseguenza. Viterbo per il bene comune ha bisogno di capacità, competenza e merito e i cittadini lo sanno. Per amministrare serve ciò e i viterbesi, al termine di tutta questa fiera, sapranno senz’altro scegliere chi, una volta eletto/a, con duro lavoro e capacità saprà risolvere i nostri problemi.