Mettersi in gioco per crescere. Reagire alle difficoltà senza lasciarsi spezzare. Imparare ad avere cura di se stessi e a volersi bene. Sono solo alcuni tra gli obiettivi del progetto “Il gioco è una cosa seria”: un mix di attività educative pensate per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, frutto di una partnership tra associazioni del terzo settore, scuole e istituzioni contro la povertà educativa minorile, nell’ambito dell’avviso pubblico “Non uno di meno”, promosso da Regione Lazio e Impresa sociale Con i bambini.
Stamattina la presentazione, nell’Aula consiliare del Comune di Viterbo. Hanno partecipato, in presenza o a distanza, le associazioni in prima linea nella stesura del progetto: Juppiter, Cooperativa Exodus Cassino, Associazione Mecenate 90, Associazione per l’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros. Presenti anche le autorità, tra le quali il commissario straordinario al Comune di Viterbo, Antonella Scolamiero, e i dirigenti scolastici delle scuole coinvolte: gli istituti comprensivi Ellera, Fantappiè, Fratelli Agosti, Cassino III.
È in queste scuole che il progetto vedrà la luce, attraverso una serie di attività da affiancare alle lezioni frontali ricomprese nella “La scuola del gioco”. Così è stato chiamato questo nuovo modello educativo che vuole sostenere la crescita di bambini e ragazzi, affiancando gli istituti scolastici e occupandosi del grande spazio di formazione che va oltre le lezioni frontali: una prateria di opportunità e scoperte. L’approccio vuole essere leggero alla calviniana maniera: di quella leggerezza che nulla ha a che vedere con la superficialità, ma con l’insegnare alle giovani generazioni a non avere macigni sul cuore.
“Il tentativo sarà quello di instaurare con i ragazzi un dialogo profondo, per allenarli a essere sempre più aperti, curiosi, coraggiosi e tenaci – ha dichiarato il presidente dell’associazione Juppiter, Salvatore Regoli -. Per far questo bisogna prenderli sul serio, non trattarli con sufficienza, far sì che si mettano in gioco, stimolare empatia e spirito critico. Vorremmo fare con loro un lavoro che serva a dotarli di competenze spesso non incluse nei programmi scolastici tradizionali ma comunque fondamentali: capacità di comunicare, di collaborare tra loro, di gestire e superare i conflitti. La ‘Scuola del gioco’, tra le sue tante attività, prevede anche laboratori sulla sfera emotiva: vogliamo che gli studenti conoscano a fondo se stessi e imparino ad apprezzarsi. Solo così potranno sentirsi sempre più sicuri e non avere paura di affrontare i loro problemi di ogni giorno: dal litigio con un amico a un brutto voto”.
Regoli ha anche anticipato che Juppiter sta pensando a un ulteriore progetto sui ragazzi e il gioco a Viterbo: “Vogliamo portare i ragazzi in tutte le piazze del centro storico a giocare. Sarà una sorpresa. Vedremo come e quando poterlo fare”.
Alla “Scuola del gioco” saranno approfondite tematiche vicine ai giovani, come il bullismo e la violenza, sempre con modalità di apprendimento basate sulla scoperta, sull’esperienza diretta, sulle nuove tecnologie: i ragazzi realizzeranno contenuti per i social e un’app per aumentare la loro consapevolezza sul tema. Stesso approccio teso all’approfondimento sarà riservato all’ecologia e alla riscoperta delle proprie radici. È per questo che la “Scuola del gioco” prevede un’immersione nei territori, per far conoscere ai ragazzi la storia della propria città, facendola raccontare loro ad anziani e studiosi. Così, si propone il progetto, “il gioco diviene lo strumento per riconnettere il tessuto sociale, generare un nuovo dialogo intergenerazionale”.
Tra i presenti alla conferenza stampa di presentazione, anche i finanziatori del “Gioco è una cosa seria”: la Regione Lazio e l’Impresa sociale Con i bambini.
“Il progetto è molto ambizioso – ha detto, in videoconferenza, Alessandra Troncarelli, assessora regionale alle Politiche sociali, Welfare, Beni comuni e Asp -. Il finanziamento complessivo è di un milione di euro. Il nostro intervento è stato quello di stare accanto sia alle famiglie, sia ai ragazzi e alle ragazze. Purtroppo il 2020 e 2021 sono stati anni di sofferenza a 360 gradi, dovuta alla pandemia. Anni in cui le diseguaglianze ma soprattutto la dispersione scolastica e la povertà educativa sono state al centro della nostra politica proprio per combatterle e diminuire le disparità, perché il diritto all’istruzione dev’essere di tutti”.
Saverio Lucido, referente delle attività istituzionali dell’Impresa sociale Con i bambini, anche lui in videoconferenza, ha spiegato di cosa si occupa questa società senza scopo di lucro, nata nel 2016 per attuare i programmi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. “È un ente di terzo settore che, ad oggi, ha pubblicato 11 bandi, selezionando 384 progetti su tutto il territorio nazionale, investendo oltre 300 milioni di euro, coinvolgendo oltre 500mila bambini e adolescenti e 6700 organizzazioni tra terzo settore, scuole, enti pubblici e privati – ha spiegato Lucido -. Con questo progetto, credo sia la prima volta che si verifica un’integrazione nella programmazione tra ente pubblico e privato sul territorio, tra l’altro in un periodo delicato come l’emergenza sanitaria, e ciò dal mio punto di vista è un modus operandi innovativo”.
A fare gli onori di casa, il commissario straordinario al Comune di Viterbo, Antonella Scolamiero. “Questo progetto è un’ottima occasione per il Comune e per i ragazzi – ha osservato Scolamiero -. È fondamentale che i giovani si riprendano gli spazi che avevano prima della pandemia e questo è importante anche per i genitori. Pensate al lockdown: i bambini sono stati sempre con i familiari e non hanno potuto giocare che con il cellulare o i videogame, non hanno potuto interagire tra loro. Questo progetto è bellissimo anche perché si indirizza a tanti tipi di fragilità che i ragazzi possono avere e quindi vanno supportati, insieme alle loro famiglie, con un ruolo decisivo della scuola. Sono convinta che sarà un successo”.