Giovanni Arena si è dimesso. Preso atto che 15 consiglieri di maggioranza (7 della Lega, 6 di Fratelli d’Italia e 2 di Fondazione) sarebbero andati dal notaio per depositare le firme che avrebbero fatto cadere l’amministrazione, il sindaco ha giocato d’anticipo, nella speranza di fermali. Dimettendosi di sua iniziativa, in teoria avrebbe infatti 20 giorni di tempo per trovare un nuovo accordo all’interno della maggioranza e quindi per revocare, infine, le sue tesse dimissioni. Un modo, dunque, il suo, per prendere tempo nella speranza di un chiarimento.
Chiarimento che però, fanno sapere Lega, Fratelli d’Italia e Fondazione, non ci sarà per il semplice motivo che dal notaio ci andranno ugualmente, certificando così la fine dell’amministrazione Arena ben prima dei venti giorni concessi dalla legge al sindaco per revocare le dimissioni. L’appuntamento per il notaio è per domani sera alle 20 e questo vuol dire che, a meno di un miracolo, Arena già dalla vigilia di Natale non sarà più a tutti gli effetti il sindaco di Viterbo. Risultato: nuove elezioni a primavera e addio definitivo, per Forza Italia, allo scranno più alto di Palazzo dei Priori.
Insieme ai partiti di maggioranza si recheranno dal notaio anche i consiglieri comunali di Viterbo 2020 (Chiara Frontini) e Luisa Ciambella. Disponibili, inoltre, a dare il loro contributo anche Giacomo Barelli (Azione) e Massimo Erbetti (Movimento 5 Stelle). Dubbi invece su cosa farà il Pd di Panunzi dal momento che, dopo l’accordo fatto con Forza Italia in Provincia, Ricci & C. si troverebbero ad accoltellare i loro alleati a Palazzo Gentili. Si ritiene comunque che tirarsi indietro sarebbe troppo pericoloso, per cui alla fine anche loro, per salvare la faccia, debbano accodarsi al resto della compagnia.
A livello numerico le firme dal notaio dovrebbero essere sicuramente 20: 7 della Lega (non ci sarà quella di Paola Bugiotti), 6 di Fratelli d’Italia, 4 di Viterbo 2020 e poi quella di Luisa Ciambella, a cui, come detto, si aggiungeranno quelle di Erbetti e Barelli.
La decisione di Arena è arrivata nel tardo pomeriggio dopo una giornata che aveva visto fallire tutti i tentativi di Forza Italia di giustificare, con gli alleati in Comune, l’intesa raggiunta con il Pd di Panunzi in Provincia. A nulla sono servite le rassicurazioni, ripetute come un mantra da Arena, Marini, Battistoni e Di Sorte in base alle quali la maggioranza rosso -azzurra a Palazzo Gentili non avrebbe cambiato nulla all’interno del centrodestra. Nessuno ci ha creduto. Troppe le fregature che Forza Italia ha rifilato in questi anni a Lega, Fratelli d’Italia e Fondazione. Troppe le parole non mantenute. Troppi, per tutti, i rischi nel continuare ad accettare una politica ridotta da FI e Pd di Panunzi a mercato delle vacche.