“Devastante degrado della democrazia rappresentativa” e poi la “privatizzazione del voto che finisce per alimentare il disgusto da parte dei cittadini”, a dirlo senza filtri è il segretario nazionale del Partito democratico, Enrico Letta, chiamato da La Stampa ad analizzare i sondaggi che darebbero per favorito il Pd dall’aumento dell’astensionismo.
Letta dice: “L’aumento dell’astensionismo per noi è un danno, mina la qualità della democrazia e delegittima le istituzioni, leviamoci dalla testa l’idea che possa essere nostro alleato” una considerazione che appare estremamente calzante per quanto sta succedendo nella Tuscia con le elezioni Provinciali. Il pastrocchio Pd-Fi sta facendo scappare gli iscritti democratici dal Partito e mette gli amministratori dem nelle condizioni di essere sfiduciati dagli stessi elettori che li hanno eletti nei consigli comunali della Tuscia concorrendo contro gli amichetti di Romoli da Bassano.
Per Letta c’è, poi, un’altra questione centrale, “il devastante degrado della democrazia rappresentativa”. E di più aggiunge parlando del suo ritorno in parlamento: “Ho trovato una differenza impressionante, con una crescita abnorme del gruppo Misto, non sai più chi rappresenta chi l’assenza di vincolo di mandato prevista dalla Costituzione non significa che l’eletto prende il seggio e ci fa quello che vuole. È una privatizzazione del voto che finisce per alimentare il disgusto da parte dei cittadini”.
E pensare che se il segretario Letta, da Roma volgesse di poco lo sguardo verso Viterbo, di questi “privatizzatori” del voto ne conoscerà diversi: anzi si potrebbe dire “demopportunisti”.