Diciotto persone a giudizio per presunti reati (turbativa d’asta, abuso d’ufficio, peculato, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, induzione indebita a dare o promettere utilità e truffa aggravata) commessi a Montalto di Castro nella gestione dell’appalto dei rifiuti e nei lavori per il rifacimento del lungomare Harmine. Così ha deciso il gup del Tribunale di Civitavecchia, Paola Petti, su richiesta del pm, Alessandro Gentili. Tra gli indagati anche il sindaco di Montalto di Castro, Sergio Caci, e l’assessore ai lavori pubblici, Giovanni Corona.
Sulla questione rifiuti vengono contestate anomalie nelle proroghe e nella formulazione del bando finale della nuova gara, oltre all’aumento delle tariffe. Per quanto riguarda il lungomare Harmine invece i reati riguarderebbero false attestazioni di fine lavori e l’utilizzo di materiali di qualità inferiore a quella richiesta nel capitolato d’appalto. I fatti risalgono agli anni 2016-2017.
Il sindaco di Montalto di Castro si chiama tuttavia fuori da qualsiasi responsabilità: “Oggi – scrive su Facebook – si è tenuta, dinanzi al gup presso il tribunale di Civitavecchia, l’udienza preliminare per accuse su fatti risalenti al 2017, noti alle cronache ormai da tempo. Il materiale prodotto, impressionante per numero di pagine, intercettazioni ambientali e telefoniche, era onestamente molto difficile da esaminare in questa fase. Deduco che questo abbia indotto il giudice, che mi sembra aver accolto positivamente le difese di tutti, a voler comunque delegare ad altro collegio esaminante atti e fatti. Accetto questo ulteriore passaggio con l’ottimismo di sempre, consapevole che dalla documentazione prodotta si evince che, in ogni mia azione, ho sempre agito nell’interesse del comune e dei cittadini e mai per miei scopi personali”.