
E’ una partita a carte coperte quella che viene giocata sull’ambiente nella Tuscia e soprattutto, in questa fase, a Viterbo città. Da una parte c’è la discarica di Monterazzano, dove continuano i conferimenti dei rifiuti da fuori provincia senza che il Comune muova paglia per impedirlo. Dall’altro ci sono i continui progetti per nuovi impianti di energie rinnovabili e, nel caso dell’Acquarossa, anche per la costruzione di impianti di trattamento rifiuti. Pure in questo caso da Arena & C. manco una parola. Eppure il territorio rischia di essere devastato. Altroché turismo, cultura e benessere: il capoluogo della Tuscia, con la complicità di chi governa Palazzo dei Priori, sta per diventare la pattumiera d’Italia.
Ma non basta. A tutto ciò vanno aggiunti – fatto gravissimo per chi rappresenta l’istituzione – i continui tentativi di Arena di depistare l’opinione pubblica dichiarando bugie e falsità.
Cominciamo da Monterazzano. E’ di lunedì scorso la manifestazione con gli altri sindaci per impedire – questa la versione ufficiale – l’arrivo dei rifiuti romani. Arena si mette davanti ai cancelli in posa per i fotografi e fa finta di controllare i camion: eppure, come si scoprirà più tardi, lui sapeva benissimo da tre giorni che quella mattina la monnezza romana, dirottata ad Albano, non sarebbe più arrivata. Gliel’aveva detto la Regione con un’ordinanza firmata il 29. Dunque, la manifestazione con tanto di fasce tricolori si rivela in realtà una presa in giro nei confronti dei cittadini e infatti Arena si “dimentica” di dire che sì, è vero, non arrivano più i rifiuti della Raggi, ma in compenso sono stati aumentati i conferimenti di Frosinone, portandoli da 100 a 140 tonnellate al giorno.
Con accanto Giulio Marini, che fa l’assessore all’ambiente in Provincia, Arena si fa insomma attore di una sceneggiata da dare in pasto all’opinione pubblica. Sceneggiata che tale rimane se è vero che finora il Comune non ha fatto alcun atto concreto, amministrativamente parlando, per opporsi all’arrivo dei rifiuti di Roma e del Basso Lazio. Contrariamente a tutti i Comuni normali, interessati alla tutela del proprio territorio, non ha chiesto pareri legali e non ha presentato ricorsi al Tar. Perché?
Sugli impianti per le energie alternative la musica non cambia. Emblematico, come ricordato, il caso dell’Acquarossa. Quando in Consiglio comunale Luisa Ciambella svela che, accanto ai campi fotovoltaici, già di per sé devastanti per il paesaggio, potrebbe sorgere anche una piattaforma di trattamento e smaltimento di rifiuti pericolosi Arena nega: “Non so nulla. Non mi risulta”. Peccato che il progetto era arrivato in Comune, tramite posta certificata, come ha scoperto proprio la Ciambella, tre mesi prima. In questo caso il comportamento di Arena è ancora più grave perché la bugia viene pronunciata nella Sala d’Ercole, nel cuore dell’istituzione comunale. La domanda anche stavolta sorge spontanea: perché negare l’evidenza?
Di tutte queste contraddizioni ha parlato proprio Luisa Ciambella durante una conferenza stampa nel giardino di Palazzo dei Priori con il presidente provinciale di Italia Nostra, Adrian Moss. Vogliono svendere il territorio, è stata l’accusa dell’associazione ambientalista e della consigliera comunale dem, la quale sull’Acquarossa ha anche messo in evidenza un’ulteriore incredibile circostanza: Arena, dopo aver detto che non conosceva il progetto della piattaforma di trattamento rifiuti, ha ricevuto pochi giorni fa i rappresentanti dell’associazione che l’hanno promossa. Ma non era all’oscuro di tutto? Non solo: il bello è arrivato il giorno dopo quando Giulio Marini, che lo ricordiamo si occupa di ambiente sotto mentite spoglie in Comune e in maniera palese Provincia, verga un comunicato stampa per dire che il Comune si opporrà al progetto. Non è vero e non ci crede nessuno. Anche questo comunicato serve solo per depistare.
Il gatto e la volpe, Arena e Marini, la mano destra che apparentemente disfa quello che fa la sinistra. Ma è solo apparenza, anche stavolta il tentativo di nascondere la verità è chiaro. Si vende fumo per non farsi dire che stanno consegnando il territorio viterbese all’industria della monnezza e dell’energia rinnovabile.
Luisa Ciambella adesso ha presentato un ordine del giorno in Consiglio che impegna il Comune prima di tutto a chiedere una valutazione d’impatto ambientale complessiva di tutti i progetti in essere per evitare che l’esame del singolo impianto, come avvenuto finora, distolga l’attenzione sul disegno generale. In altre parole, se c’è qualcuno che cerca, tramite lo spezzettamento dei progetti, di nascondere lo scempio che si sta consumando alle porte di Viterbo questo qualcuno va stanato. Allo stesso modo ad Arena la consigliera dem chiede di presentarsi alle Conferenze di servizio e di dire no alle istanze presentate.
Questa è la situazione dell’ambiente a Viterbo. La madre di tutte le domande: perché il Comune non agisce? Perché non si oppone? Perché nasconde tutto all’opinione pubblica? Cosa c’è sotto?
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