Il prefetto ha convocato per giovedì un tavolo con le Istituzioni, gli enti preposti al controllo e le parti sociali per affrontare le condizioni di sfruttamento e mancanza di sicurezza in cui sono costretti a lavorare i braccianti sul nostro territorio. “Un tavolo convocato – dice Luca Paolocci dell’Usb – dopo molte sollecitazioni che deve porsi l’obbiettivo di affrontare quelle che sono le vere condizioni dei lavoratori, senza alcun fantasioso racconto mediatico sull’assenza del caporalato. Le testimonianze e le denunce che come Usb abbiamo raccolto, attraverso banchetti e volantinaggi fuori i luoghi di lavoro, descrivono una realtà di lavoro grigio, con contratti a 10 ore a settimana, mentre si opera 10 ore al giorno. Le misure di salute e sicurezza sono completamente assenti all’interno dei luoghi di lavoro sia per raggiungerli.
I braccianti sono costretti a guidare ed usare mezzi agricoli senza alcuna formazione rischiando per se stessi e per i loro colleghi, così come operano sotto il sole perfino nelle ore più calde senza alcuna protezione per i raggi solari né per il caldo soffocante. A questo si aggiungono le modalità per arrivare sui luoghi di lavoro, quando non si muovono in bicicletta, i braccianti vengono stipati su furgoncini. Solo due anni fa, nel foggiano in nemmeno 48 ore sono morti 16 lavoratori che tentavano di raggiungere o lasciare i campi. Ogni giorni, i braccianti vengono investiti e uccisi mentre percorrono alle prime luci stradine di campagna”.
Non esiste sicurezza, non esistono diritti, denuncia il sindacato, che chiede di uscire dall’incontro di giovedì con risposte chiare e immediatamente applicabili per migliorare le condizioni di lavoro nelle campagne viterbesi, a partire dal divieto di lavoro nelle ore più calde.