
Dieci ore e mezzo di Camera di consiglio consegnano il verdetto di assoluzione ad Andrea Landolfi, l’operatore socio sanitario romano di 30 anni accusato di aver ucciso, a febbraio di due anni fa, la fidanzata 26enne Maria Sestina Arcuri, scaraventandola dalle scale della casa della nonna di lui a Ronciglione.
Il giovane, che è stato subito rimesso in libertà, è stato assolto con formula piena per l’omicidio volontario contestato dalla Procura (pubblico ministero Franco Pacifici), mentre è stato condannato a quattro anni per omissione di soccorso ai danni della nonna 81enne, Mirella Iezzi, che quella stessa notte riportò la frattura di alcune vertebre. Come si ricorderà, la donna, uscita di casa, si fece soccorrere da alcuni familiari.
Di fatto la Corte ha rigettato in toto la tesi dell’accusa, che ha sempre parlato di omicidio volontario, sposando verosimilmente la tesi dell’incidente accorso al culmine di una lite tra i due fidanzati. Sarà comunque interessante esaminare, quando tra qualche settimana saranno rese note, le motivazioni del verdetto.
La sentenza, emessa da sei giudici popolari della Corte d’assise presieduta da Eugenio Turco (e a latere Roberto Colonnello) giunge dopo una serie di udienze fiume nel corso delle quali sono andati in scena violenti scontri tra il pubblico ministero e la difesa del ragazzo, che, per smontare le tesi dell’accusa, si è anche affidata alle perizie della criminologa Roberta Bruzzone. Nell’ultima udienza, il 25 giugno scorso, la Procura chiedeva per l’imputato 25 anni di carcere concedendogli le attenuanti generiche, mentre l’avvocato della famiglia della vittima, Vincenzo Luccisano, avanzava l’istanza dell’ergastolo. Di tutt’altro avviso le difese di Landolfi, gli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, che hanno rivendicato con forza l’innocenza del loro assistito smontando punto per punto tutti i rilievi mossi dalla Procura di Viterbo.
Al termine dell’udienza i familiari del ragazzo si sono abbandonati in un lungo pianto liberatorio.