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Home » Politica » Progetti eolici tra Bagnoregio e Bolsena, il caso all’esame del ministero

Progetti eolici tra Bagnoregio e Bolsena, il caso all’esame del ministero

9 Luglio 2021

Il Ministero della transizione ecologica e la Regione Lazio hanno risposto all’istanza di accesso civico, per informazioni ambientali e adozione degli opportuni interventi, inviata a inizio giugno dall’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico (GrIG) riguardo ai progetti di impianti eolici presso il lago di Bolsena e Civita di Bagnoregio. Analoga richiesta era stata inoltrata a Mic, Provincia, la Soprintendenza per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale e Comuni di Bagnoregio e Montefiascone. Era stata informata per le opportune verifiche di competenza la Procura della Repubblica.

Il Ministero ha quindi chiesto alla Regione delucidazioni sui provvedimenti adottati in merito alla valutazione di incidenza ambientale, “considerato che i progetti segnalati, riguardanti l’installazione di più aerogeneratori in diverse località dei Comuni di Bagnoregio e Montefiascone, potrebbero interessare vari siti Natura 2000, tra cui la ZPS/ZSC Calanchi di Civita di Bagnoregio, la ZPS/ZSC Monti Vulsini e la ZSC Lago di Bolsena, con conseguenti possibili ricadute sugli habitat ivi presenti e con possibili effetti cumulativi, e tenuto conto della necessità di ottemperare all’espletamento della Valutazione di incidenza secondo quanto previsto dall’art. 6, par. 3, della Direttiva 92/43/Cee Habitat”.

Da parte sua la Regione ha comunicato di aver accolto l’istanza ecologista, respingendo gli atti di opposizione presentati dalle società energetiche. Ciò, come previsto dal decreto legislativo n. 33/2913 e s.m.i., “allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del presente decreto, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall’articolo 5-bis”.

Istanza invece respinta dal Comune di Montefiascone (nota prot. 15754 del 24 giugno 2021).

In particolare, la Regione ha fornito le seguenti specifiche:

  1. Per l’aerogeneratore (altezza metri 100, diametro rotore metri 61, potenza 0,975 mwp) in località Campo Pantano, nel Comune di Bagnoregio, proposto da Mc Wind, è pervenuta istanza 741455/2020 per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica e delle relative infrastrutture connesse alimentato da fonte rinnovabile eolica. Verifica coinvolgimento delle strutture regionali interessate. Presso questo ufficio è tuttora in corso la fase istruttoria le cui attività sono finalizzate all’espressione per le materie di competenza.
  2. Per l’aerogeneratore (altezza metri 100, diametro rotore metri 61, potenza 0,975 mwp) in località Podere Rosignolo, nel Comune di Bagnoregio, è pervenuta istanza 191477/2020 avente per oggetto la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica e delle relative infrastrutture alimentato da fonte rinnovabile eolico. Coinvolgimento delle strutture regionali interessate. Esaminati gli atti trasmessi a corredo dell’istanza, questo ufficio ha comunicato con nota 213502 del 2020 che l’intervento non necessita di parere in merito agli aspetti urbanistici e paesaggistici.
  3. Per l’aerogeneratore (altezza metri 100, diametro rotore metri 61, potenza 0.975 mwp) in località Le Guardie, a Montefiascone, proposto da Ewind Sviluppo s.r.l. si evidenza che presso questo Ufficio non è mai pervenuta alcuna istanza;
  4. Per l’aerogeneratore (altezza metri 100, diametro rotore metri 61, potenza 0.975 MWp) in loc. Strada Umbro-Casentinese, Montefiascone, proposto da Ewt Italia s.r.l., è pervenuta, presso la scrivente area istanza 981924/2020 per la costruzione e l’esercizio di un impianto di produzione energia elettrica e delle relative infrastrutture alimentato da fonte rinnovabile eolica. Indizione della Conferenza di servizi interna, individuazione del rappresentante unico regionale e fissazione del termine per le richieste di integrazioni documentali. Presso questo ufficio è tuttora in corso la fase istruttoria le cui attività sono finalizzate all’espressione per le materie di competenza.

Quindi, per due impianti la fase istruttoria è ancora in corso, uno “non necessita di parere in merito agli aspetti urbanistici e paesaggistici”, per l’ultimo non è pervenuta alcuna istanza alla Regione Lazio.

“Tuttavia – commenta l’associazione – la stessa Direzione generale afferma (nota prot. n. 213502 del 10 marzo 2020) che la Provincia di Viterbo nel rilasciare l’eventuale autorizzazione unica (art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i.) e le altre Amministrazioni pubbliche competenti nel rilasciare i pareri di legge,  dovranno considerare che “nell’ubicazione di tali impianti si deve in ogni caso tener conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14. A tal riguardo i terreni oggetto di intervento non dovrebbero risultare interessati da progetti e programmi di vocazione agricola, quali ad esempio i PUA ex L.R.38/1999”, comunque “ferma restando la necessaria valutazione in merito degli impatti cumulativi che saranno effettuati dall’Area valutazione impatto ambientale, anche con considerazione della componente paesaggio”.

In altri termini: “Nessun impianto eolico in aree interessate da piani relativi a colture tradizionali o per la salvaguardia di paesaggio e biodiversità, nonché valutazione degli impatti ambientali cumulativi fra i vari progetti. Appare piuttosto evidente che, in realtà, per almeno tre aerogeneratori ci si trova davanti a un progetto unico, spezzettato per evitare l’applicazione della normativa sulla valutazione degli impatti ambientali. Quanto indicato dal Ministero della Transizione Ecologica e dalla Regione Lazio è quanto chiesto proprio dal GrIG con l’istanza del giugno scorso: lo svolgimento dei procedimenti di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) e di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale, nonché l’adozione di provvedimenti inibitori finalizzati provvedimenti di vincolo paesaggistico. L’area è interessata dal vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), e da aree ricadenti nella Rete Natura 2000, di cui alle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica”.

“La Valle dei Calanchi e le colline che digradano sul lago di Bolsena – ancora l’associazione ecologista – attualmente vedono anche una richiesta di inclusione nel patrimonio dell’umanità a cura dell’Unesco. La speculazione energetica, purtroppo da anni, ha aggredito la Tuscia: siamo di fronte a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni, complessivamente oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi.  Analogamente sono ormai numerosi i progetti di centrali eoliche presentati o già in esecuzione. Centinaia e centinaia di ettari di terreni agricoli e boscati stravolti dalla speculazione energetica, senza che vi sia alcuna assicurazione sulla chiusura di almeno una centrale elettrica alimentata da fonti fossili. La realizzazione di questi progetti energetici snaturerebbe radicalmente alcuni dei più pregiati paesaggi agrari della Tuscia con pesanti impatti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali locali. Stupisce, infatti, l’assenza di alcuna seria e adeguata analisi preventiva sugli impatti negativi anche sul piano economico-sociale di decine di migliaia di ettari di paesaggio storico della Tuscia sulle attività turistiche”.

E infine: “La provincia di Viterbo detiene il non invidiabile primato per il consumo del suolo per abitante (rapporto ISPRA sul consumo del suolo 2019), 1,91 metri quadri per residente rispetto alla media regionale di 0,47 e nazionale di 0,80. Oltre ad Amministrazioni comunali, come quella di Bagnoregio, sempre un maggior numero di residenti sta prendendo coscienza del gravissimo rischio che sta correndo la Tuscia, prese di posizione, contestazioni popolari, manifestazioni sono sempre più frequenti. Legalità ed effettiva salvaguardia ambientale sono l’unica efficace garanzia anche per il turismo e il futuro del tessuto economico-sociale locale”.

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