Contro Talete hanno presentato un esposto anche alcuni consiglieri comunali – Yuri Cavalieri e Maurizio Romani di Civita Castellana, Arianna Centini di Tarquinia e Mauro Presciutti di Vetralla – che si uniscono così all’analoga iniziativa del Comitato non ce la beviamo.
Anche in questo caso la denuncia – sostenuta dal Coordinamento Sinistra Ambiente e Territorio della provincia di Viterbo – tecnicamente si basa sulla presunta violazione degli obblighi di pubblicità degli atti amministrativi riguardo al bando per la cessione del 40% del capitale sociale.
“Come abbiamo avuto già modo di esporre – si legge in una nota del Coordinamento Sinistra Ambiente e Territorio – riteniamo un atto di arroganza istituzionale e mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini agire d’imperio e senza la massima trasparenza su un tema così importante e delicato come la gestione della nostra acqua. Ancora una volta siamo costretti a ribadire che per noi l’acqua è un bene di tutti e tale deve restare senza la possibilità di essere trasformata in merce di scambio e di lucro così come sancito dalla volontà popolare con il referendum del 2011. L’aver comunque intrapreso la strada, per noi inaccettabile, di emettere un bando per la cessione del 40% delle quote del capitale porterà di fatto a mutare la natura stessa della società ed avrà sicuramente delle ripercussioni sui servizi e sui costi, ripercussioni che finiranno per ricadere inevitabilmente sui cittadini”.
“Ci chiediamo ancora come sia possibile – conclude la nota – che il governo della Provincia e quello della Regione possano permettere un atto del genere che si contrappone agli articoli dello statuto delle Talete stessa sulla detenzione delle quote azionarie che devono restare unicamente a enti pubblici o a pubbliche amministrazioni. Noi saremo al fianco dei consiglieri comunali che da anni si battono affinché democrazia e legalità vengano rispettate, in virtù del voto espresso dai Consigli comunali dei maggiori centri della nostra Provincia in cui veniva ribadita in maniera chiara e netta la volontà di mantenere l’acqua sotto il pieno e diretto controllo pubblico”.