Il dirigente e il funzionario Asl arrestati, Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, sapevano di indagini in corso e preoccupati avrebbero tentato di far sparire le prove dai computer. Nell’ordinanza di custodia cautelare si legge al riguardo che i due contattarono più volte, dopo le indiscrezioni uscite sulla stampa, “l’operatore della società deputata al caricamento dei quiz relativi”, al quale Esposito, segretario della commissione, una volta “di abilitare l’accesso alla piattaforma anche del presidente Claudio Rainone”. L’uomo agli investigatori ha riferito soprattutto “di essere stato contattato da Rainone ed Esposito nel gennaio 2021 quando, preoccupati per gli articoli di stampa, gli sollecitavano la cancellazione delle mail anche dal cestino della posta elettronica. I due gli chiedevano espressamente di supportare la tesi che ’loro non avevano mai visto i test prima dell’esame garantendo che le notizie di stampa sulle irregolarità sarebbero finite in una bolla di sapone. In cambio della compiacenza, all’operatore veniva prospettata la ‘proroga del contratto di suo interesse'”. “Poi – gli dice espressamente Rainone – se divento direttore amministrativo io vediamo se riusciamo a continuare il rapporto”.
Sempre l’operatore della società deputata al caricamento dei quiz quando la Finanza gli chiede di stampare tutte le mail scambiate con la Asl risponde che “non posso stamparvi nulla in quanto ho cancellato queste comunicazioni anche nel cestino della casella di posta elettronica su sollecitazione fattami da Rainone ed Esposito nell’incontro avuto a Latina nel gennaio 2021. In quell’incontro Rainone, nell’assicurarmi che le notizie stampa sarebbero terminate in una bolla di sapone, mi chiedeva comunque di supportare la tesi che loro non avevano mai visto i test prima delle sessioni di esame”. Rainone, per inquinare le prove, va anche a Roma dove incontra l’operatore al quale chiede di supportare la sua versione di non aver mai visto i quiz prima delle sessioni d’esame. “Si è visto invece – scrive il gip nell’ordinanza – come aveva pieno accesso a quei quiz che sarebbero stati oggetto delle prove. E si attiva per ottenere il silenzio dell’operatore”.
Sebbene nel corso delle conversazioni captate non si evincono contatti tra il segretario Esposito e i candidati, nell’ordinanza del gip viene invece documentato un accordo consolidato tra i due indagati. Manifestando il timore di una accusa per falso, Rainone arriva a dire all’altro: “L’hanno a dimostrà”. “Però lo sai che mi hai fatto venire la pulce all’orecchio?, replica Esposito interrogandosi sull’origine dell’indagine. “Ma non è che qua qualcuno ha fatto il doppio (gioco)… nel senso… s’é inventato (Rainone fa il segno delle manette a Esposito)… sì… sì… eh!”.
Ma Rainone era collegato ai livelli politici? Così risponde, in un’intercettazione, un interlocutore parlando del dirigente: “Ha fatto carriera, adesso è direttore amministrativo facente funzione… perché lui fa tutti i piaceri”. L’intercettazione, nota il gip, dimostra come l’interlocutore ritenesse Rainone assolutamente funzionale alla politica ragione per la quale, a suo dire, ha fatto carriera. E d’altra parte lo stesso Rainone, in un’altra intercettazione, ammette che “non sono problemi nostri eh, ci siamo già fatti carico di troppi”, facendo intendere, nota il giudice, che ci sia stato qualche aiuto elargito già a troppi con riferimento ai candidati sostenuti”.
Sulla vicenda interviene l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, che ringrazia la Polizia, la Finanza e la magistratura “per le importanti operazioni che stanno svolgendo sulle ipotesi di procedure concorsuali inquinate. Bene ha fatto il direttore generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli, ben prima degli arresti odierni, a revocare in accordo con la Direzione regionale salute il bando concorsuale e allontanare il dirigente dalla direzione amministrativa che ha gestito il concorso. Su queste questioni non guardiamo in faccia a nessuno e la trasparenza e le legittimità devono essere elementi essenziali. Annuncio sin da ora che si dovranno adottare tutti gli atti consequenziali nei confronti dei dipendenti della Asl e che, se le contestazioni verranno confermate, ci costituiremo parte civile per risarcire un danno di immagine subito dal Servizio sanitario regionale”.