La ripresa delle lezioni in presenza il prossimo 7 gennaio sarà “difficile”, soprattutto “alla luce delle note dei prefetti” che segnalano diverse criticità e indicazioni di complessa applicazione.
A lanciare l’allarme il presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, Mario Rusconi, che annuncia di aver inviato una nota “al prefetto di Roma, al direttore dell’Usr-Lazio e al ministro Azzolina” in cui rende nota l’intenzione di alcuni presidi del Lazio di comunicare “all’Usr-Lazio le concrete, oggettive e motivate esigenze che rendono di difficile attuazione la rimodulazione dell’organizzazione scolastica così come richiesta dall’ordinanza prefettizia”.
“Ad esempio – spiega Rusconi – per l’adozione delle fasce orarie 8-10 è necessario rimodulare l’organizzazione delle lezioni e conseguentemente quella dei docenti comportando particolari difficoltà, a volte anche irrisolvibili poiché numerosi docenti lavorano su 2 o 3 scuole diverse”. Non solo, “per gli studenti degli istituti tecnici e professionali che hanno diverse ore di laboratori l’entrata delle 10 prevederà un’uscita tra le 16 e le 17 per cui i ragazzi non arriveranno, nel caso di Roma, al proprio domicilio prima delle 18. Ci chiediamo – evidenzia Rusconi -quale sarà per loro il tempo per lo studio e quello per la vita personale. Tutti gli studenti poi, a prescindere dalla tipologia di scuola, dovranno consumare un panino in classe ma non si conoscono ancora quali norme di sicurezza sanitaria dovranno rispettare”. Inoltre aggiunge Rusconi: “Anche per il personale della scuola bisognerà rimodulare completamente l’orario comportando una distribuzione dalle 7:30 alle 19:00, considerando che i collaboratori scolastici dovranno avere il tempo necessario per l’igienizzazione profonda dei locali. Anche la disposizione di utilizzare il sabato come giorno per le attività didattiche, per quelle scuole in cui non è prevista, crea notevoli problemi riorganizzativi visto i tempi ristretti in cui intervenire. Per le scuole in cui è poi prevista attività per sei giorni costringerle a ridimensionarle su cinque non è assolutamente facile”.
Rusconi evidenzia poi che “l’entrata degli studenti nelle due fasce imposte genererà certamente assembramenti in tutte quelle situazioni in cui i mezzi di trasporto, specialmente extraurbani, effettuano soltanto una corsa mattutina”. Infine, conclude Rusconi: “Ci sembra che il diritto all’istruzione in salute e sicurezza degli studenti venga posto a livello secondario rispetto alle diverse esigenze lavorative, il cui piano dettagliato ancora non risulta alle scuole. Lo spazio che la normativa nazionale riserva all’autonomia organizzativa scolastica, gestita dagli organi collegiali secondo le aree di competenza, non è stato preso in attenta e doverosa considerazione. Proprio per questo molti istituti scolastici della nostra regione, così ci hanno informato i colleghi dirigenti, comunicheranno all’Usr-Lazio le concrete, oggettive e motivate esigenze che rendono di difficile attuazione la rimodulazione dell’organizzazione scolastica”.