Una centrale geotermica costruita a Nord di Strasburgo, nel comune di Reichstett, costata circa 100 milioni, da lunedì 7 dicembre è stata fermata con un decreto prefettizio perché “non offre le necessarie garanzie di sicurezza”. L’impianto avrebbe infatti causato una serie di terremoti indotti.
La notizia viene rilanciata dall’Associazione lago di Bolsena: “Venerdì 4, durante i test per verificare se la sismicità era effettivamente indotta, tre terremoti hanno risvegliato gli abitanti dell’area metropolitana di Strasburgo. Due di magnitudo 3.5 e 2.6 e un altro di magnitudo 2.8. Hanno causato danni materiali vicino all’epicentro ed hanno generato reazioni molto forti da parte della popolazione. La mia preoccupazione principale è la protezione della gente, che ovviamente vince su tutto il resto, ha detto il prefetto del Basso Reno, Josiane Chevalier”.
“Il nostro interesse per le vicende di Strasburgo – spiega l’Associazione lago di Bolsena – deriva dal fatto che a Castel Giorgio e a Torre Alfina sono in avanzata fase di autorizzazione due impianti simili. Tali centrali hanno l’aggravante che mentre l’area geografica francese è a bassa sismicità, l’area vulsina è a sismicità medio-alta (fino al 6° grado Richter). A questo si aggiunge la fragilità sismica dei centri storici costruiti in tufo. Nelle nostre zone la sismicità indotta causata dalle variazioni di pressione nel sottosuolo, può manifestarsi anche con limitate pressioni di re-iniezione a causa delle innumerevoli faglie causate dal crollo della caldera che ha formato la conca del lago di Bolsena. Per realizzare gli impianti di Castel Giorgio e dell’Alfina, che occupano una piccola area, sono previsti ben 36 pozzi, ma i titoli minerari che insistono sul territorio vulsino sono 18 e se in ciascuno essi fosse autorizzato lo sfruttamento geotermico verrebbero trivellate alcune centinaia di pozzi che fra l’altro, attraverserebbero l’acquifero potabile superficiale”.
Coscienti del pericolo, 30 sindaci del Lazio e dell’Umbria hanno costituito il Comitato contro la geotermia ed hanno inviato una lettera al responsabile della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli, che però non sembra aver accolto le loro istanze. Infatti, non soddisfatti della risposta ricevuta, i sindaci hanno deciso di replicare a Borrelli fornendo ulteriori prove scientifiche a sostegno delle loro ragioni.
Al momento, la situazione dei ricorsi legali promossi da varie istituzioni pubbliche e dalle associazioni ambientaliste contro i due progetti è la seguente: per Castel Giorgio è prevista un’udienza preso il Consiglio di Stato il prossimo 22 dicembre mentre per Torre Alfina è prevista una udienza presso il Tar del Lazio il 12 gennaio.