“Apertura domenicale delle scuole? Non ha senso”. A bocciare senza appello l’ipotesi il presidente dell’Anp Lazio Mario Rusconi, secondo cui vi sono diverse ragione, “tra cui anche alcune di ordine pratico”. “Circa una metà degli istituti superiori, in Italia – spiega – sono tecnici e professionali, di cui la stragrande maggioranza è ubicata in periferia, molti studenti raggiungono soprattutto in città le scuole dall’hinterland. Posticipare l’ingresso alle 10.30 o 11 del mattino vuol dire farli uscire dopo le 17 nel pomeriggio ed arrivare a casa magari per l’ora di cena. C’è da chiedersi quando questi ragazzi potranno studiare? II problema analogamente si presenta per gli insegnanti che hanno figli e famiglia o comunque una vita privata”. Inoltre, continua Rusconi, “l’apertura domenicale potrebbe non trovare corrispondenza di mezzi pubblici extracittadini penalizzando tutti quei ragazzi che devono raggiungere la scuola. Il problema quindi non è dilatazione degli ingressi, peraltro già scaglionati tra le 8 e le 9.30 nella prima parte di quest’anno scolastico, oppure aprire le scuole anche la domenica quanto piuttosto c’è da chiedersi cosa realmente si è fatto da marzo ad oggi per il trasporto locale urbano e extra urbano dedicato a studenti, docenti e personale Ata”.
“Oltre a non aver creato servizi navetta dedicati – denuncia Rusconi – non si è neppure cercato di potenziale i mezzi pubblici esistenti. Anche l’operato delle Asl finora non ha brillato per efficienza nei tempi e nelle modalità di raccordo con le scuole, andando così ad aggravare il lavoro delle segreterie scolastiche spesso sguarnite di personale e creando enormi difficoltà alle famiglie”. Secondo Rusconi “la scuola risulta essere ancora una volta l’agnello sacrificale frutto delle indecisioni degli amministratori che scaricano sui più giovani le proprie responsabilità decisionali. Si assiste ad esempio ad assembramenti che non garantiscono il distanziamento personale o l’uso di mascherine pur di consentire mercatini o commemorazioni varie. La scuola riteniamo sia un bene sociale primario che andrebbe trattata con cura e non a colpi di enunciati irrealizzabili. Auspichiamo pertanto che le Regioni e gli enti locali che stanno premendo per il rientro a scuola per il 7 gennaio siano in grado di garantire tutte quelle condizioni positive che a loro parere oggi non sono presenti”.