Anche i risultati di un recente progetto a cui ha partecipato l’Istituto superiore di sanità (denominato CyanoAlert Horizon 2020) attestano l’eutrofizzazione e la grave compromissione dell’ecosistema del lago di Vico ed evidenziano le persistenti criticità per l’approvvigionamento idrico per le popolazioni dei comuni di Caprarola e Ronciglione. Lo rende noto l’Associazione medici per l’ambiente, che ha ricevuto una relazione proprio dall’Istituto superiore di sanità.
La ricerca, che è stata svolta nel periodo compreso tra il 29 maggio 2018 al 10 ottobre 2019, ha riscontrato:
- livelli di ortofosfato fino ad un massimo di 54 microgrammi/litro nei periodi di maggior rilevamento, ovvero metà primavera e fine autunno;
- presenza di Planktothrix rubescens e per questa specie tossica cianobatterica sono state rilevate due fioriture, entrambe nei previsti periodi stagionali (tardo autunno-inverno del 2018 e del 2019). Nel 2019 i valori hanno raggiunto il valore di 34.013.604 cellule per litro;
- presenza di (numero cellule per litro superiore ad 1 milione) di specie tossiche tipiche delle stagioni calde (Limnothrix redeckei, Cylindrospermopsis raciborski)
- presenza di microcistine con valori fino a 62 migrogrammi per litro su 12 campioni analizzati; cilindrospermopsine: valori fino a 0.79 microgrammi/litro su 10 campioni analizzati; beta-metil-amminoalanina: valori fino a 1313,49 microgrammi/litro su 12 campioni analizzati.
Nelle conclusioni del documento si legge: “Poiché oltre che Riserva naturale e zona Sic il lago di Vico è tutelato in qualità di fonte di approvvigionamento idropotabile, la presenza di cianotossine, conseguenza delle fioriture di specie tossiche dovute allo stato trofico delle acque del lago, rende l’eventuale uso delle acque per fruizione limitato a situazioni di emergenza, in assenza di altri approvvigionamenti disponibili con mezzi congrui e richiede delle misure di trattamento di elevata e provata efficienza”.
“Quanto descritto – commentano i medici per l’ambiente – comprova la grave compromissione dell’ecosistema del bacino lacustre attestata anche dalla recente deliberazione 276 del 19 maggio 2020 della giunta regionale del Lazio che ha riconosciuto il degrado delle acque del lago di Vico per la produzione di acqua potabile, classificate ora in categoria inferiore ad A3, stabilendo che tali acque possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e solo dopo opportuno trattamento“.
Sulla vicenda, come si ricorderà, è intervenuta di recente anche la Commissione europea, che per questo motivo ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia. Alla luce di tutto ciò, l’Ide “torna a chiedere l’abbandono immediato della captazione delle acque dal lago di Vico e il rifornimento di acqua potabile alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione che valorizzino immediatamente sistemi alternativi. Si ribadisce in fine alle competenti Istituzioni l’urgenza di interventi per la tutela e il ripristino delle caratteristiche dell’ecosistema del lago di Vico che prevedano una netta riduzione delle attività agricole intensive di monocoltura che utilizzano fertilizzanti chimici e pesticidi nella caldera del lago in favore di pratiche agrobiologiche, rispettose dell’ambiente, dell’ecosistema lacustre, della qualità delle sue acque e della salute di tutti a cominciare da quella degli agricoltori e delle loro famiglie”.