• Facebook
  • Twitter
  • Google+
  • YouTube
Il Viterbese
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
Il Viterbese
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
Home » Cronaca » I mostra i reperti ritrovati nei butti del castello di Graffignano

I mostra i reperti ritrovati nei butti del castello di Graffignano

2 Ottobre 2020

Al Museo della Ceramica della Tuscia inaugurata la mostra dei reperti provenienti dagli scavi dei butti del Castello Baglioni di Graffignano. Un evento realizzato grazie al contributo della Fondazione Carivit, ente proprietario e gestore del Museo, e in collaborazione con l’Università della Tuscia e la Soprintendenza.

La mostra è il risultato del rapporto di collaborazione tra la Fondazione Carivit e il Dipartimento di studi linguistico-letterari, storico-filosofici e giuridici dell’Università della Tuscia: “Un percorso iniziato nel 2019 – dichiara il presidente della Fondazione Marco Lazzari – con l’esposizione, presso il Museo della ceramica della Tuscia, delle maioliche medievali provenienti dal butto di Celleno Vecchio e concretizzatosi nell’accordo quadro stipulato al fine di promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle attività di conservazione, di studio, di esposizione e promozione delle collezioni del Museo e del patrimonio ceramico del nostro territorio”.

L’esposizione dei reperti provenienti dal Castello Baglioni di Graffignano è il frutto del recupero e dello studio condotto dall’équipe di specialisti dell’Università degli Studi della Tuscia diretti dal professor Giuseppe Romagnoli, archeologo medievista e curatore della mostra.
In occasione dei lavori di consolidamento e restauro del piano terreno del Castello Baglioni Santacroce di Graffignano presso Viterbo, tra il 2009 e il 2011 vennero alla luce tre “pozzi da butto”, utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti domestici del Castello tra il XV e il XVII secolo. Vi veniva scaricato tutto ciò che era scartato o non più utilizzabile nella residenza dei signori di Graffignano: vasi in ceramica rotti, usurati o semplicemente fuori moda; manufatti in pietra, in metallo e in osso danneggiati o inservibili; resti di pasto, scarti di cucina e altri materiali organici; scarti edili provenienti da lavori di manutenzione o di ristrutturazione effettuati nel castello. Altri oggetti rinvenuti erano caduti accidentalmente, come la moneta aurea di Callisto III (1455-1458).
Come tutti gli scarichi domestici, i butti del Castello Baglioni costituiscono una straordinaria fonte di informazione su molteplici aspetti della vita quotidiana del passato, riflettendo piuttosto fedelmente le pratiche di uso, consumo, riuso e scarto dei manufatti, nonché i cambiamenti di gusto e lo stile di vita di coloro che vi abitavano.
In particolare, il materiale ceramico rinvenuto nel corso degli scavi (circa 3.000 frammenti) si presenta di eccezionale interesse, sia dal punto di vista della qualità dei prodotti, sia per lo stato di conservazione dei reperti: il paziente lavoro di riassemblaggio e di studio, condotto presso il Laboratorio Fotografico e di Documentazione grafica e fotografica del DISTU dell’Università degli Studi della Tuscia, sotto la direzione del prof. Giuseppe Romagnoli, ha permesso infatti di restituire (parzialmente o integralmente) un centinaio di esemplari appartenenti alle più importanti classi della ceramica utilizzata sulla mensa (maiolica arcaica, zaffera, maioliche policrome laziali e umbre, graffita), nelle cucine (pentole e olle per cuocere e riscaldare cibi) e nelle dispense tra la fine del Trecento e la fine del Cinquecento. Tra i servizi utilizzati nel castello spicca il vasellame utilizzato da Francesca, primogenita di Simonetto III Baglioni, il cui nome ricorre su un vaso da toeletta riccamente decorato.
I reperti faunistici (resti di pasto e scarti di cucina), studiati nell’ambito di un rapporto di collaborazione con il Museo delle Civiltà del MIBACT e il Laboratorio del DNA antico del DIBAF dell’Università degli Studi della Tuscia, contribuiscono ad arricchire ulteriormente la storia del castello di Graffignano di preziose informazioni sulla dieta e sulle abitudini alimentari, restituendo un quadro quanto mai sfaccettato della vita in una comunità signorile del Lazio settentrionale tra la fine del medioevo e il Rinascimento.
La mostra resterà aperta fino al 15 novembre dal venerdì alla domenica con orario 10-13 / 15-18.
L’evento è realizzato nel rispetto della normativa relativa al contenimento del contagio da COVID-19, pertanto per una visita in sicurezza possono entrare massimo 12 persone alla volta, è a disposizione il gel igienizzante per le mani, è necessario rispettare la segnaletica a pavimento e indossare la mascherina.

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...
« Previous Post
Next Post »
Articoli recenti
  • SANGIULIANO SOGNA UN DANTE “NERO”, SEBBENE FOSSE GUELFO “BIANCO”. PRESTO ANCHE IL SOLE SORGERA’ A DESTRA
  • DANTE PROPONE UNA VISIONE UNIVERSALE, RIDURLA A VISIONE ITALIANA E’ UN ERRORE. MA COS’È IN FONDO L’ITALIA?
  • I luoghi del nuovo umanesimo
  • Morte di Gerardo Bianco, il video della sua intervista al convegno di Viterbo
  • Una politica coraggiosa, fuori da vecchi schemi
  • A Roma il Convegno su Nuovo Umanesimo
  • “Esterno Notte” visto dal presidente della Commissione Moro: intervista di Radio Radicale a Fioroni
  • Il futuro dei popolari, convegno venerdì 18
  • Popolari, riformisti e cattolici di tutta Italia a convegno a Roma
  • Il Pd è ancora utile al Paese
  • Fioroni: il Pd si salva se dialoga con il Terzo Polo
  • Non esiste una terza via: se il Pd non vuole cedere al populismo, deve aprire il dialogo con il Terzo Polo
  • L’ITALIA DI DE MITA, L’OCCIDENTE E IL CLIMA DI FIDUCIA NEI RIGUARDI DI GORBACIOV: UNA PAGINA DI STORIA
  • LUTTO. E’ MORTO GASTONE SIMONI, IL VESCOVO DELLA POLITICA “ALTA”. IL RICORDO DI AVVENIRE
  • L’ANALISI DI GALLI DELLA LOGGIA SULLA IRRILEVANZA POLITICA DEI CATTOLICI SI NUTRE DI AVVERSIONE PER I POPOLARI
  • GUALTIERI ARCHIVIA IL CASO RUBERTI, MA RESTA IL PROBLEMA POLITICO: SE NON SI RIFONDA, IL PD AFFONDA
  • LA TESTIMONIANZA DI DE GASPERI NON DEVE CADERE NELL’OBLIO
  • Campagna SOS CALDO, il Comune di Viterbo con i nonni e i fragili
  • Fioroni a Letta: “Non ho partecipato a voto su liste. Rischiamo testacoda del riformismo”
  • L’ASSURDO DI ROTONDI: EVOCA LA DC A SPROPOSITO PER BATTEZZARE LA DESTRA DI MELONI
Menù
  • Politica
  • Cultura
  • Società
  • Cronaca
  • Territorio
  • Tempo Libero
Meteo

booked.net

Contatti

www.ilviterbese.it

Redazione | Contatti

info@ilviterbese.it

redazione.ilviterbese@gmail.com

GALLERY
SANGIULIANO SOGNA UN DANTE “NERO”, SEBBENE FOSSE GUELFO “BIANCO”. PRESTO ANCHE IL SOLE SORGERA’ A DESTRA
DANTE PROPONE UNA VISIONE UNIVERSALE, RIDURLA A VISIONE ITALIANA E’ UN ERRORE. MA COS’È IN FONDO L’ITALIA?
I luoghi del nuovo umanesimo
Editore: Centro Studi Aldo Moro C. F. 90122270565
Registrazione Tribunale di Viterbo n. 1 del 5 Giugno 2018 | Copyright © 2018 - Il Viterbese.it - All rights reserved
Scroll to top
Skip to content
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
    Open toolbar Accessibilità

    Accessibilità

    • Aumenta TestoAumenta Testo
    • Diminuisci TestoDiminuisci Testo
    • Scala di GrigioScala di Grigio
    • Più ContrastoPiù Contrasto
    • NegativoNegativo
    • Sfondo BiancoSfondo Bianco
    • Evidenzia LinkEvidenzia Link
    • Testo LegibileTesto Legibile
    • Reset Reset