Altri 4 casi accertati di positività in provincia di Viterbo. Si tratta di due cittadini residenti a Viterbo, uno a Proceno e uno ad Acquapendente. Due casi presentano un link epidemiologico con casi precedentemente accertati e due sono cittadini con tampone eseguito per sintomatologia. Tutti stanno trascorrendo la convalescenza nel proprio domicilio.
In totale, alle 11 di questa mattina, i casi di positività salgono a 613. Comunicata nel frattempo la guarigione di 3 pazienti, uno residente a Viterbo, uno a Canepina e uno a Civita Castellana.
Al momento, delle persone refertate positive 4 sono ricoverate nel reparto di malattie infettive, 3 sono ricoverate in una struttura sanitaria extra Asl, 95 stanno trascorrendo la convalescenza nel proprio domicilio. Sale a 486 il numero delle persone negativizzate. Dall’inizio dell’emergenza, in provincia di Viterbo sono stati effettuati 26932 tamponi, 272 nelle ultime 24 ore. Ad oggi 422 cittadini sono in isolamento domiciliare fiduciario, 5212 lo hanno invece concluso.
Intanto, l’aumento dei contagi in tutto il Lazio preoccupa l’Ordine dei medici: “Siamo preoccupati – dice il presidente dell’Ordine di Roma, Antonio Magi – perché l’aumento di casi positivi nel Lazio è rilevante, così come è rilevante l’incremento nelle terapie intensive: siamo passati in poco tempo da 6 pazienti a 30. Sospettavamo un aumento dei contagi in famiglia causato dai giovani di rientro dalle vacanze, tanto è vero che si sta lentamente alzando l’età media dei positivi. Questa volta, però, conosciamo meglio il virus, sappiamo come intervenire per gestire la malattia anche a domicilio. Le strutture non sono in sofferenza, i posti letto in terapia intensiva ci sono. Ma se i numeri continueranno ad aumentare, allora la preoccupazione sarà maggiore“.
“Vorrei che la Regione Lazio – conclude – vigilasse sulla presenza dei dispositivi di protezione. Il momento di fare scorte, qualora non fossero sufficienti, è proprio questo. E’ necessario monitorare la situazione per far lavorare in sicurezza i nostri operatori e difendere i pazienti”.