Il 4 settembre alle 10.30, con ingresso consentito ai fedeli muniti di biglietto (del tutto gratuito), solenne eucaristia del vescovo Lino Fumagalli nella basilica del monastero. La messa sarà trasmessa in diretta streaming e sui canali social della diocesi: Facebook: ViterboDiocesInforma, YouToube: ViterboDiocesiTv.
Intanto, oggi, 3 settembre, nel rispetto delle attuali normative di sicurezza per il contrasto e il contenimento del Covid, il vescovo ha celebrato una messa riservata ai facchini. Nella sua omelia ha sottolineato il senso di tristezza presente in città nella stessa basilica che risplendeva dei colori bianchi dei facchini: “Come Chiesa e città sentiamo la mancanza di queste celebrazioni, ma vi auguro che sia una pausa di silenzio e di riflessione, che ci aiuti a preparare meglio interiormente il prossimo Trasporto e ci aiuti a comprendere quanto il nostro rapporto con Santa Rosa sia forte. Mi sono chiesto più volte quale sia il sentimento interiore, l’animo dei facchini appena vanno sotto la Macchina in attesa della voce tonante che esclama: ‘Sollevate e fermi!. I facchini sono indubbiamente consapevoli del pericolo e del rischio a cui vanno incontro, ma c’è il loro cuore, una profonda consapevolezza che c’è Santa Rosa che li protegge e che per questo non devono avere paura. Credo che questo insegnamento dobbiamo rinnovarlo oggi. Questo senso della protezione di Santa Rosa è nella mentalità dei facchini e sono sicuro che accompagna tutta la loro vita. E’ un rapporto particolare che si instaura tra loro e Santa Rosa. Estendiamo questo rapporto a ogni settore della nostra vita”.
Fumagalli ha, quindi, sottolineato la grande forza di Rosa, una testimonianza scandalosa per i tempi, essendo donna, povera, non dotta, che ha osato predicare il Signore per le vie di Viterbo e come questo deve invitarci a riflettere sull’amore di Dio. Ha quindi evidenziato come il coraggio di sfidare le istituzioni del tempo ecclesiastiche e civili Rosa lo abbia preso dalla consapevolezza dell’amore del Signore, che ci ha detto: ‘Venite a me ed io vi sosterrò’. La base della vita di Santa Rosa è la fiducia nel Signore. Rosa ci dice di non avere paura. La pandemia, questo virus subdolo, ha distrutto in pochissimo tempo le nostre certezze, la nostra stessa organizzazione ospedaliera. Questo virus ci ha fatto capire come l’economia non sia l’unico fattore di civiltà. Molti hanno perso il lavoro, molti lo perderanno. Avremo una generazione di poveri impensabili, dei papà che chiedono ai loro figli di lasciare l’università per trovarsi un lavoro. Forse dobbiamo fondare le nostre certezza su altri valori e realtà. La pandemia ci ha fatto toccare con mano che se siamo uniti riusciamo a risolvere le difficoltà. A Viterbo abbiamo avuto una solidarietà impensabile. In questo contesto la pandemia ha lasciato reazioni generose di molti. Se riusciamo a far sì che questo spirito di solidarietà diventi uno stile condiviso sempre, avremo un futuro migliore”.