Ha dell’assurdo l’inconsistenza dei vertici del Partito democratico cittadino. Ed è un qualcosa che sfugge a ogni ragionamento, oltre che politico, di buon senso. Di fronte alla vergognosa situazione del Comune, dove una maggioranza solo protesa a fare i propri comodi sulle spalle di chi l’ha votata (e non) tiene in ostaggio tutta la città, loro, i “democratici” nostrani, non solo non fanno nulla, ma addirittura si coprono di ridicolo con affermazioni prive di qualsiasi significato.
Dimostrazione di tutto ciò è l’ultima uscita pubblica della segretaria comunale Patrizia Prosperi sull’organo ufficiale degli eredi del Pds. La signora, dall’alto della sua evanescenza, anziché stigmatizzare il teatrino recitato da Arena & Compagni di merende, si dilunga nell’enunciazione di tutta una lista di cose da fare, invitando addirittura l’amministrazione a sbrigarsi e a mettersi finalmente a lavorare lasciando alle spalle le guerre che paralizzano Palazzo dei Priori da quando si è insediata.
Alla Prosperi non interessa chiedere le dimissioni dell’amministrazione, come stanno facendo migliaia e migliaia di viterbesi. Non interessa mettere in risalto il fallimento politico e il degrado morale degli inquilini del Comune. Non interessa denunciare la gravità di quanto è successo in queste settimane, quando è stata aperta una crisi, non per chissà quali divergenze ideali, ma solo per arrivare a una nuova spartizione di potere. Non interessa se la città capoluogo è stata trattata come una pedina qualsiasi del monopoli destrorso, pedina funzionale a mettere in atto il ricatto di Fratelli d’Italia agli alleati per ottenere il candidato sindaco di Civita Castellana. Non interessa indignarsi per il trattamento riservato ai viterbesi, usati come sudditi di cui non importa niente a nessuno. No, tutte queste cose la Prosperi non le vede. Come l’uomo qualunque, la segretaria cittadina del Pd guarda solo l’erba alta, le strade sporche e i servizi che non funzionano, non ponendosi domande sul perché ciò accade. Alla signora, che si compiace per la presenza di turisti durante il ponte di Ferragosto, interessa che il centrodestra, invece che andarsene, si metta al lavoro.
Un’atteggiamento frutto di incapacità o furbescamente figlio del grande inciucio che ha portato gli ex Ds a governare la Provincia insieme alla destra? Chissà. Forse la risposta contempla tutte e due le ipotesi, fermo restando che è proprio il consociativismo messo in atto a Palazzo Gentili a rendere questo Pd ogni giorno di più immobile e privo di significato. Siamo di fronte a un Pd incapace di attaccare gli “alleati” in Provincia, quasi dovesse tener fede a un indicibile patto che evidentemente conoscono solo la Prosperi e chi la dirige. Un Pd neanche buono a cogliere l’evidenza di un centrodestra che invece la sua capacità di trovare comunque, alla fine, sempre il modo per non spaccarsi la mantiene. Eh sì, perché questo centrodestra, pur bislacco e scandaloso, gli errori del centrosinistra, compiuti per le miopi scelte del Pd incarnato dalla Prosperi, non li commette.
Il problema è che un Pd così non sarà mai in grado, né oggi né domani, di fare opposizione seria e di produrre una piattaforma programmatica e ideale in cui far riconoscere le altre forze politiche di opposizione. Un Pd così è destinato all’estinzione. E’ un Pd morto e sepolto, a meno che prima o poi qualcuno non se ne accorga e non intervenga per mettere fine a questo scempio.

