Infiniti mondi. Giordano Bruno il Nolano in programma domani, martedì 28 luglio, a Ferento, per Appuntameti al tramonto, con inizio alle 19.30.
Lo spettacolo, con drammaturgia di Mario Brancaccio, regia e coreografia di Aurelio Gatti con Mario Brancaccio e Carlotta Bruni, Luca Piomponi e Rosa Merlino, racconta aspetti della vita del filosofo e scrittore vissuto nel XVI secolo.
“Di maniera che non è un sol mondo, una sola terra, un solo sole”. Con queste parole Giordano Bruno traghettò l’umanità verso il futuro. Gli costò il rogo, ma il suo ostinato indagare seminò l’idea di una molteplicità di genti, pensieri e mondi coesistenti nella contemporaneità del tempo. Solo dopo, Giordano Bruno è divenuto il simbolo della massima libertà d’espressione per la quale si dispose a morire. Forse allora il pensiero iniziò una nuova vita, che poi sarà chiave di volta della coscienza morale moderna. Eppure ora che abbiamo prove non solo di innumerevoli soli, ma di probabili mondi, che viviamo in un’era capace di connettere ogni singolo individuo in qualsiasi regione si trovi, quella auspicata coscienza di essere parte significativa di un unico grande tempo-azione sembra sfumare. E se infiniti sono i Mondi e le galassie, l’uomo non può essere il privilegiato del creato. Tantomeno lo è un unico popolo, appartenente alle molteplici e poliedriche razze umane.
Si ha la sensazione che il lascito di Giordano sia sfigurato in una speculazione tuttologa dai tratti indistinti. Il frate Nolano, capace di attraversare tutta l’Europa culturale del suo tempo, di affrontare papi e re, oggi rischia di essere ridotto ad icona tra il gotico e l’esoterico. La forza e la novità della sua ricerca, in bilico tra l’intuizione e la teoria, stava nell’affermazione di un paradigma culturale in cui la “prova” era importante ma comunque successiva alla visione.