In provincia di Viterbo si spreca troppa acqua. Soprattutto in queste settimane di caldo in molti comuni i rubinetti rischiano di restare a secco. Senza considerare i problemi per chi abita nei piani alti dei palazzi.
Talete al riguardo ha spedito una lettera a tutti i sindaci invitandoli ad emettere ordinanze restrittive per evitare che i cittadini usino l’acqua per innaffiare orti e giardini e per farsi docce in continuazione. Secondo il gestore idrico, la situazione quest’anno sarebbe più grave del previsto a causa del Covid, nel senso che nella Tuscia ci sarebbe in questi giorni una maggiore presenza di utenti a causa delle vacanze fatte saltare dalle famiglie.
La situazione in particolare è molto critica ad esempio a Corchiano dove, per le carenze idriche verificatesi nella sorgente di Cenciano, il Comune ha chiesto a Talete di certificare la potabilità dell’acqua proveniente dal pozzo artesiano di emergenza, che ancora non è in regola ”perché non è stato completato l’iter del monitoraggio della Asl”.
Ma non ci potevano pensare prima? E’ quello che sostiene dall’opposizione Bengasi Battisti: ”Acqua non potabile a causa di colpevole indifferenza. La non potabilità è dovuta all’immissione in rete di acqua proveniente da un pozzo artesiano realizzato due anni fa per il quale non è stata ancora accertata la sua potabilità. Forse in questi due anni sarebbe stato utile accertarsi della potabilità di quella fonte e oggi non saremmo in emergenza. Come consiglieri comunali nel frattempo abbiamo sollecitato la Talete a distribuire acqua potabile attraverso le autobotti e a applicare la riduzione della tariffa se si dovesse prolungare il disagio”.