Sulla vicenda dell’alta velocità a Orte pubblichiamo un intervento di Antonio Rizzello
Mi permetto sommessamente di interloquire sulla questione dell’alta velocità a Orte. Lo dico subito, è una grande occasione persa!
La cosa che più mi stupisce, però, è la replica che sto leggendo in questi giorni da parte della politica locale. Nessun mea culpa, nessun gesto di vicinanza ad una comunità, quella provinciale, che da anni attende risposte infrastrutturali, e che oggi più di ieri, si sta scoprendo fragile e indifesa.
Il presidente della Provincia non deve armarsi contro Frosinone, nessuno vuole questo. Frosinone ha ottenuto ciò per cui la politica locale ha lavorato. Tanti complimenti! Il presidente della Provincia dovrebbe cortesemente dire ai viterbesi perché non ha fatto il possibile per ottenere l’alta velocità a Orte e quali sono le sue idee di sviluppo alternative del territorio, dovrebbe descrivere il suo piano infrastrutturale provinciale, dovrebbe cioè fare il presidente della provincia insieme alla sua larga maggioranza.
Caro presidente e cara politica viterbese le domande sono sempre le stesse da anni. A che punto siamo con i lavori della trasversale Orte-Civitavecchia finanziata dal governo Gentiloni? Quale è il futuro delle linee ferroviarie roma-Capranica-Viterbo e Roma-Civita Castellana-Viterbo? La Regione lazio, presidenza Marrazzo, aveva in progetto l’apertura di un casello autostradale tra Attigliano e Orvieto, che fine ha fatto?
La politica ha il dovere di immaginare un futuro migliore per i territori che amministra e ha il dovere di lavorare sodo per rendere quei progetti realtà.
E non si dica Frosinone non esclude Orte, io mi auguro sia cosi, ma ricordo a me stesso:
1) dopo il casello autostradale a Soratte-Fiano Romano dissero che sarebbe stato il turno di Viterbo;
2) dopo il raddoppio della ferrovia da Roma a Cesano dissero che poi sarebbero arrivati a Viterbo.
Solo per citare alcune occasioni perse, di cui mi sento marginalmente responsabile avendo brevemente fatto anche io l’amministratore e ne chiedo scusa ai viterbesi.
Una divagazione in chiusura.
Tutti siamo in ginocchio per il coronavirus e tutti ci sentiamo uniti nel far risollevare l’italia, ma non si usi questo per nascondere la testa sotto la sabbia delle proprie responsabilità. Abbiamo il dovere di restare a casa, non di spegnere il cervello.
Antonio Rizzello (Italia Viva)