Normale, secondo la Asl, togliere l’anestesista dal pronto soccorso di Acquapendente nei festivi e prefestivi. Poi se ci scappa il paziente, come accaduto 15 giorni fa, che ha bisogno di essere intubato e non si trova il medico pazienza. Quella volta l’uomo, 54 anni, è stato portato a Belcolle dopo circa due ore. Si è reso necessario il ricovero in rianimazione e fortunatamente ne è uscito vivo. Ma la prossima volta?
E infatti che non va proprio bene nulla è la convinzione di tutti i sindaci del comprensorio, che con quello locale, Angelo Ghinassi, promuoveranno un’azione legale al Tar.
L’annuncio l’ha dato lo stesso Ghinassi: “L’amministrazione comunale sta approntando varie azioni in merito al recupero della piena funzionalità del pronto soccorso e più in generale dell’ospedale di Acquapendente. C’è un’iniziativa di tipo amministrativo con uno scambio di corrispondenza con la Asl, dalla quale finora non sono venute risposte soddisfacenti. Nello stesso ambito c’è un’iniziativa nei confronti della Regione Lazio, a cui si chiede un tavolo di lavoro che porti a una programmazione che dia maggiori certezze, ed anche una comunicazione al ministro Speranza, a cui si chiede di dare maggiore attenzione alle strutture sanitarie delle ‘zone disagiate’ per non discriminare i territori più marginali. Si è cercata poi la maggiore condivisione possibile, chiedendo ed ottenendo il sostegno di tutti i gruppi consiliari del nostro municipio e di tutti i Comuni del territorio. C’è poi, non meno importante, un’azione di tipo legale sul ripristino della piena funzionalità del pronto soccorso, con la stesura, su cui si sta lavorando, di un ricorso al Tar, che sarà depositato nei prossimi giorni. La buona notizia è che tutti i Comuni del territorio e la Comunità montana Alta Tuscia laziale aderiranno al ricorso, a dimostrazione e conferma del fatto che quello dell’ospedale non è solo un problema degli aquesiani. Nei prossimi giorni vi terremo informati”.