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Home » Opinioni » Realacci, sostenibilità è la via del rilancio

Realacci, sostenibilità è la via del rilancio

3 Aprile 2020

Da Ansa.it riprendiamo e pubblichiamo l’intervista di Monica Paternesi a Ermete Realacci, presidente di Symbola e promotore del Manifesto di Assisi

La sostenibilità non è solo un ‘opportunità “ma è la strada più convincente per rilanciare lavoro e imprese”, perchè la crisi provocata dall’impatto sull’economia del coronavirus ci sta fornendo molte indicazioni per il futuro. Ne è convinto Ermete Realacci, presidente di Symbola e promotore del Manifesto di Assisi in un colloquio con ANSA2030. “Molte lezioni di questa crisi non andranno dimenticate. La centralità della sanità e della ricerca, la rivalutazione del sistema primario e della distribuzione, il rafforzamento di alcune politiche pubbliche, il ruolo che può svolgere lo smart working anche in futuro”. La fondazione Symbola in questi giorni sta raccontando sul suo sito le storie delle aziende e dei talenti italiani in prima linea sul fronte dell’emergenza nazionale: “molte imprese stanno aiutando l’Italia in questi difficili momenti sostenendo il reddito dei lavoratori, aiutando le comunità con interventi e sottoscrizioni, usando le risorse del saper fare italiano per riconvertirsi a produzioni oggi necessarie”. Un racconto che dimostra innanzitutto una cosa ,”la capacità di riconvertire in tempi brevi produzioni complesse delle nostre imprese e che racconta un’Italia solidale che non lascia indietro nessuno” spiega Realacci che traccia anche una strada per la ripresa.

“Avere ben chiaro l’orizzonte della sostenibilità e del contrasto alla crisi non è oggi solo necessario o legato alla concreta possibilità che l’inquinamento abbia aggravato l’impatto del Coronavirus. È la via più convincente per rilanciare imprese e lavoro in Italia. Penso alle decine di miliardi di risorse private e alle centinaia di migliaia di posti di lavoro che possono venire da una riqualificazione edilizia orientata alla sostenibilità, alla bellezza e alla sicurezza. All’impulso formidabile che può venire da fonti rinnovabili (dal ripotenziamento dell’eolico al biogas al solare) liberate da vincoli e opposizioni spesso ridicoli. All’ulteriore avanzamento della nostra agricoltura verso la sostenibilità, a cominciare dal settore dell’allevamento. E dall’economia circolare spesso frenata da ritardi ministeriali e autorizzativi”. Vie d’uscita dalla crisi che sottolinea potrebbero essere percorse subito, perchè spesso gli strumenti e le possibilità già esistono ma richiedono una dose massiccia di semplificazioni e sburocratizzazione. Uno stato più forte autorevole proprio perché più leggero e responsabile”.

Una strada che dee essere percorsa insieme con l’Europa.

“L’Europa con la nuova Presidente Ursula Von der Leyen sembrava aver capito che proprio la sfida climatica era il banco di prova per rilanciare il proprio progetto a partire da una missione rinnovata. Ora di fronte alla drammatica emergenza del Coronavirus ci troviamo ad una pesante battuta d’arresto”. “Solo se l’Europa saprà essere “uno spazio privilegiato della speranza umana” avrà un futuro e noi con lei. Sicuramente un contributo importante potrà venire dal Manifesto di Assisi per “un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”. Il consenso che ha raccolto e continua raccogliere questa iniziativa è sicuramente legato all’inedita e autorevole foto di gruppo dei promotori e dei firmatari: dalla Fondazione Symbola al Sacro Convento di Assisi a tanti rappresentanti del mondo delle imprese, dell’impegno sociale, delle istituzioni, della ricerca e della cultura. Ma molto è dipeso anche dal fatto che il Manifesto non parla solo di ambiente ma raccoglie forze intorno ad una nuova (e antica) idea di società e di economia. un Manifesto che non parla solo di ambiente ma raccoglie forze intorno ad una nuova (e antica) idea di società e di economia.

Un’idea che deve entrare in campo per affrontare questa crisi terribile con i suoi valori e con le sue parole: insieme, comunità, coesione sociale, empatia e tecnologia, coraggio e partecipazione. Con un’idea ambiziosa dell’Italia, dell’Europa, del futuro”, dice ancora Realacci.

Per dare forza a questa idea, a questa speranza dobbiamo rivolgere lo sguardo più che agli indici di borsa alle parole e ai gesti di un uomo forte e gentile che recite una preghiera universale da solo sotto la pioggia in una piazza San Pietro deserta. E ad un grande Presidente della Repubblica Italiana lucido ed umano (anche nei fuori onda)
.    ” Del resto – sottolinea- fu Luigi Einaudi, che non era certo ostile al mercato che disse ‘chi cerca rimedi economici a problemi economici è su falsa strada; la quale non può che condurre se non al precipizio. Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale'”.

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