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Home » Politica » Usare gli ospedali dismessi per ospitare i pazienti Covid che lasciano Belcolle

Usare gli ospedali dismessi per ospitare i pazienti Covid che lasciano Belcolle

3 Aprile 2020

Usare gli ospedali dismessi per ospitare i pazienti Covid che, dimessi da Belcolle, non possono tornare a casa a trascorrere l’ulteriore periodo di convalescenza (in media 14 giorni).

La proposta, in assenza a Viterbo di soluzioni adeguate, arriva dal capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Luisa Ciambella: “Sempre con il consueto spirito di collaborazione – dice – sono a sottoporre una riflessione che è in realtà una vera urgenza. Siamo amministratori e come tali siamo riferimenti delle persone sempre, specialmente in questo momento e il nostro compito non può che volgere al bene comune. L’emergenza Covid si evolve e ci pone davanti a nuove difficoltà che necessitano di essere programmate e pianificate in tempi utili. In questa fase dopo circa venti giorni di emergenza sanitaria anche nella nostra provincia esiste il problema di coloro che ricoverati per Covid a Belcolle, avendo superato la fase acuta, non hanno più necessità di una degenza ospedaliera.  Queste persone hanno necessità di restare in regime di isolamento assoluto in attesa di ripetere il doppio tampone che, se negativo, ne sancirà la guarigione. Questo periodo oscilla mediamente almeno in due settimane, durante le quali hanno comunque bisogno di essere supportati dal punto di vista socio sanitario e mantenendo un controllo medico”.

“Il rientro a casa dalle proprie famiglie – continua Luisa Ciambella – è sicuramente molto rischioso e complesso non avendo in moltissimi casi la possibilità di isolarsi dal proprio nucleo familiare. I pazienti a mio modo di vedere devono essere trasferiti in strutture ospedaliere dismesse. Propongo tra queste, Ronciglione o Montefiascone dove potrà essere garantita l’assistenza socio sanitaria, la presenza di personale infermieristico e i passaggi di controllo del medico fin a quando la fase di isolamento non sarà definitivamente esaurita e il paziente risulterà negativo anche al secondo tampone. Esistono molte possibilità e moltissime realtà si sono già mosse in questo senso in Italia. Oltre agli ospedali periferici potrebbero esserci soluzioni alternative tipo le caserme piuttosto che gli alberghi che personalmente vedo meno praticabili per ragioni di mancata presenza del personale e di immediata disponibilità. Credo fermamente che bisogna fare presto e quindi la soluzione più agevole sia quella degli ospedali periferici dismessi della nostra provincia ma l’importante è dare una risposta immediata, evitando soprattutto l’abbandono e le soluzioni a metà, soprattutto quelle disaggregate sul territorio che non consentono al paziente di essere assistito come è suo  diritto.  Il dolore e la preoccupazione dei pazienti già dimessi e di quelli che lo saranno oltre a quello delle loro famiglie deve essere una priorità e necessita di una riposta immediata. Sono convinta – conclude – che il prefetto e i sindaci saranno ben lieti di supportare la Asl in questo percorso”.

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