Prima sì, poi no e poi di nuovo sì. Un sindaco in balia delle onde, Giovanni Arena. Tanto agitarsi non gli ha evitato però di annegare nel mare delle polemiche. Prima sì alle gare di nuoto nella piscina del Murialdo con l’arrivo a Viterbo di 500 atleti da tutta Italia: “Non possiamo – aveva detto di fronte all’emergenza Coronavirus e alle preoccupazioni di mezza città – chiudere le porte di Viterbo”. Poi, travolto dalle polemiche, ha emanato un’ordinanza di sospensione quando già gli atleti erano arrivati con tanto di famiglie al seguito. Alla piscina comunale è stato il delirio. Poco dopo, richiesto un parere al ministero dell’interno e dello sport, altra marcia indietro: le gare si fanno.
Poco importa ad Arena se in città in questo particolarissimo momento è arrivata gente da tutto il Paese. Gente che andrà nei ristoranti, negli alberghi e nei negozi. Le gare si fanno a porte chiuse, è vero, ma questi cinquecento sportivi con al seguito altrettante persone si muoveranno, andranno in giro, faranno cose e vedranno gente. A poco serve in questo contesto, per il primo cittadino, trincerarsi dietro i pareri di questo o quello: la massima autorità in fatto di tutela della salute e lui e solo da lui poteva dipendere la sospensione delle gare. Così non è stato.
Arena con il suo modo di fare, secondo la maggior parte dei cittadini, ha esposto Viterbo a un rischio e sui social fioccano le proteste: “Quando inizieranno ad aumentare i casi, perché aumenteranno, purtroppo, vediamo se non chiude Viterbo. Tirate fuori gli attributi e prendete delle decisioni”. E ancora: “Ai nostri figli che praticano calcio all’aperto hanno sospeso giustamente tutto, questi che stanno in un luogo chiuso voglio proprio vedere come rispettano le direttive di stare a un metro di distanza… è pazzesco tutto questo, qualcuno con un po’ di cervello intervenga vi prego…”. “Le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse, Università compresa, e continuiamo a gareggiare? I medici non rispondono più neanche alle chiamate, non possiamo andare in ambulatorio. I casi conclamati si conoscono solo quelli eclatanti e che degenerano. Ci sono persone chiuse in casa che si consolano da sole sperando sia una semplice influenza. Sarà meglio perdere qualche soldo o le vite umane? La fine è già raggiunta, quando si attuano scelte del genere”. “Aperte o chiuse, questa città è ormai un rudere”.